Nuovo anno, giro di boa, tempo di resoconti e riflessioni sul ciclo appena concluso.
Il mio 2019 è stato un anno caratterizzato dalla crescita, intesa come evoluzione nell’apprendimento e nell’atteggiamento critico di fronte agli accadimenti del mondo (dentro e fuori di me).
Ho perseguito due importanti obiettivi nell’anno passato:
- la creazione del corso CUCINA NATURALE VEGETALE – ricette ed ispirazioni per prenderti cura di te e della Terra;
- un maggiore impegno verso la sostenibilità ambientale, modificando alcuni piccoli (ma pesanti per l’ambiente) gesti/abitudini quotidiani.
Qui voglio soffermarmi proprio sul secondo punto e condividere con voi i passi in avanti compiuti verso un futuro più sostenibile.
Minimo impatto: 10 passi zero waste
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- Spazzolini da denti 100% biodegradabili
Già da qualche anno usavamo tutti spazzolini in legno, ma solo in parte biodegradabili, con setole non differenziabili e non sostituibili, quindi non compostabili. Erano sicuramente spazzolini più ecologici rispetto agli usa e getta di plastica dura, ma comunque ho sentito l’esigenza di trovare una soluzione migliore. Finalmente siamo approdati agli spazzolini 100% biodegradabili con imballaggio in carta riciclata, totalmente senza plastica. Purtroppo non sono prodotti in Italia, perciò per minimizzare l’impronta dovuta al trasporto ne ho ordinata una scorta sufficiente per due anni (2019 e 2020), calcolando un cambio di spazzolino ogni tre mesi.
Aneddoto: in seguito alla condivisione di questa new entry su una storia di Instagram, una ragazza mi ha scritto di essere stata ispirata al cambiamento e di aver definitivamente sostituito gli spazzolini da denti per tutti e 5 membri della sua famiglia. Felicità!
- Spazzolini da denti 100% biodegradabili
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- Shampoo solido
Da 10 anni usavo uno shampoo ecologico prodotto a 30 km da casa con ingredienti a base vegetale, non testato sugli animali, che acquistavo direttamente dal produttore tramite il nostro G.A.S., ma purtroppo il flacone è in plastica e, sebbene ne consumiamo poco in famiglia (figlio 1 di 3 e figlia 3 di 3 non usano shampoo e noi + figlia 2 di 3 lo usiamo 2 volte a settimana, a volte anche meno), i recipienti vuoti dello shampoo erano decisamente troppo ingombranti per l’ambiente. Un altro dei fornitori del nostro Gruppo di Acquisto Solidale, sempre marchigiano, a km (quasi) zero, produce shampoo solido vegetale, quindi la soluzione si è presentata immediatamente a portata di mano. Se per i miei capelli lisci è stato perfetto, per i ricci di casa (Marco ed Elena) il risultato non si è rivelato molto soddisfacente, così ho cercato e provato altri produttori fra quelli italiani: sicuramente il grado di soddisfazione per i riccioluti è aumentato, ma è restato il problema dei nodi. Avevano comunque bisogno di un prodotto che fosse anche districante (contemporaneamente allo shampoo, infatti, avevamo eliminato anche il balsamo liquido: il balsamo in bottiglia di vetro che usavamo anni fa ora è imballato in flaconi di plastica). Abbiamo provato un balsamo solido di ottima qualità, ma purtroppo non di produzione italiana ed incompatibile con le nostre esigenze: richiede particolare cura e molto tempo per l’applicazione su capelli lunghi e ricci (Elena fa la doccia in piscina, da sola, quindi ha bisogno di praticità) e, dopo alcune settimane di utilizzo, ci siamo rivolti ad un’altra soluzione. Abbiamo provato uno shampoo solido ad effetto districante (sempre non italiano) con buoni risultati, ma per un effetto ottimale occorre applicarne una gran quantità (almeno sui capelli dei due in questione) e il panetto è durato davvero poco, meno della metà del tempo previsto. A conti fatti, fra il peso economico e quello dell’impronta ambientale dovuta al trasporto, abbiamo deliberato il ritorno al balsamo liquido km zero in flacone di plastica. I diretti interessati cercano di usarne il meno possibile per limitarne il consumo ed io sono sempre alla ricerca di un’alternativa migliore. Si fa quel che si può!
- Shampoo solido
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- Assorbenti lavabili
Gli assorbenti erano il prodotto usa e getta che ancora non riuscivo a scavalcare, per tante ragioni, tutte riconducibili al bisogno di praticità e ad una velata (nemmeno tanto) pigrizia. Negli ultimi dieci anni, per le tre gravidanze ed i lunghi periodi di allattamento, ne ho trascorsi almeno 8 senza più mestruazioni e questo mi ha indotta a rimandare nel tempo la messa in atto di una soluzione ecosostenibile. La coppetta non mi ha mai convinta (so che che è un punto di vista impopolare) perché l’idea di fermare un flusso di sangue che concepisco come liberatorio e purificatore mi fa sentire a disagio, come costretta in una resistenza autoindotta. D’altro canto, dopo quasi un decennio di pannolini lavabili per i bimbi, non avevo nessuna voglia di mettermi a lavare anche i miei assorbenti, così ho scelto la strada più semplice: usa e getta, ma ecologici e plastic free. Una pacca sulla spalla per la coscienza, ma una magra consolazione per l’ambiente, dato che comunque non sono differenziabili e che la loro produzione e distribuzione sfrutta risorse preziose.
Finalmente nel 2019 ho trovato la motivazione e la spinta giuste per compiere il salto ed ora uso con soddisfazione degli assorbenti lavabili bellissimi fatti a mano da un’artigiana straordinaria. Lei è Barbara, ecosarta marchigiana creatrice di Mamadù Homemade e se non la conoscente ancora vi consiglio vivamente di visitare la sua pagina Fb per vedere le sue creazioni. Prossimamente pubblicherò un post dedicato interamente alla mia nuova esperienza con gli assorbenti lavabili, quindi stay tuned! 😉
- Assorbenti lavabili
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- Fazzoletti da naso di stoffa
Abbiamo finalmente eliminato definitivamente i fazzoletti usa e getta! Io e i bambini usavamo quelli di stoffa già da molto tempo, ma mio marito, spesso in viaggio, per praticità ( o forse dovrei dire per inerzia) ha sempre continuato ad usare quelli di “carta”. All’inizio del 2019 ho ereditato quelli della mia nonna, che aveva lasciato il suo corpo alcuni mesi prima, assieme a degli strofinacci per la cucina, e così ora ne abbiamo abbastanza per tutti, anche per il viaggiatore! Ho ricavato anche delle pezze di emergenza da degli asciugamani vecchissimi e bucati, così se capita che abbiamo il raffreddore in due o più contemporaneamente riusciamo lo stesso a destreggiarci. Sembra una cosa da niente, invece se pensiamo a quanta plastica viene usata per gli imballaggi dei fazzoletti usa e getta e a quanti alberi sono necessari per produrli ci accorgiamo che anche un piccolo gesto come questo può davvero fare la differenza.
- Fazzoletti da naso di stoffa
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- Foglio di silicone per alimenti certificato al posto della carta forno
Alcuni mesi fa ho parlato con entusiasmo di questa new entry nella mia cucina in un post su Fb ed i commenti contrari non hanno tardato ad arrivare. Non credo esista un soluzione perfetta in assoluto, ma nel mio piccolo cerco di compiere scelte equilibrate che tengano conto della salute mia, di chi amo e di quella del pianeta. Sono stata a lungo perplessa sull’uso del silicone in cucina, ma due anni fa ho iniziato ad usare gli stampini per i muffin e mi sono trovata molto bene, sicché, usando spesso la cottura al forno, ho sentito la necessità di eliminare anche la carta forno. Usavo quella biodegradabile e compostabile, ma era comunque usa e getta. E’ vero che non è un prodotto indispensabile per la maggior parte delle preparazioni, ma per altre che faccio spesso, e che in famiglia piacciono molto, la trovo insostituibile (frittata di ceci, patate e verdure, per esempio). Ad una fiera di paese ho trovato uno stand di accessori in silicone per la cucina, di design e produzione italiani, con super certificazione di sicurezza ed atossicità per gli alimenti (garantita fino a 230°) e mi sono decisa! Conclusione: ne acquisterò prestissimo un altro foglio, delle stesse dimensioni (quelle standard per un placca da forno).
- Foglio di silicone per alimenti certificato al posto della carta forno
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- Spazzola per lavare i piatti 100% biodegradabile
Ma perché non ci ho pensato prima? E’ senza plastica, robusta e durevole, super pratica nell’utilizzo, non ti fa bagnare nemmeno le mani (la mia ha il manico lungo), la testina è sostituibile ed è anche bella da vedere! Le spugne finte che si comprano al supermercato si usurano nel giro di poco, rilasciano microplastiche che finiscono dritte dritte in mare e sono imballate nella plastica: non aspettate tanto come ho fatto io per sostituirle con qualcosa di più ecologico!
- Spazzola per lavare i piatti 100% biodegradabile
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- Strofinaccio da cucina al posto del panno spugna
In casa nostra non esiste la carta assorbente da cucina, ma ammetto che il panno spugna in microfibra era una comodità che pensavo di non poter abbandonare. Con tre bambini in casa c’è sempre qualche bicchiere rovesciato sul tavolo, e poi io, appassionata di cucina, per cui spesso ai fornelli, ho la continua necessità di pulire il tavolo e il piano di lavoro, di asciugare e dare una passata veloce alle superfici che uso per creare e sperimentare. All’inizio del 2019 ho deciso di sostituire il panno in microfibra con un comune strofinaccio di cotone, anche per pulire i fornelli. Cucinando in maniera sana e naturale non ho grossi problemi di unto, quindi una semplice spruzzata di acqua con poco sapone di Marsiglia o aceto è più che sufficiente allo scopo, e col panno in cotone tiro via tutto lo sporco asciugando al tempo stesso. E’ solo una questione di abitudine che, una volta eradicata a favore della nuova, si fa fatica a comprendere come possa essere stata così rassicurante ed intoccabile per tanto tempo.
- Strofinaccio da cucina al posto del panno spugna
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- Infusi sfusi e autoprodotti
Negli ultimi 12 mesi non ho mai comprato infusi in scatola, confezionati in filtri monodose. Sarò sincera: all’inizio è stata una rinuncia che mi ha reso nostalgica. La mia linea preferita non produce infusi sfusi ed ero molto affezionata al mio rito della scelta del gusto, dell’apertura della bustina, della lettura del messaggio contenuto in ognuna di esse. Ma, anche qui, è stata una fase presto passata, per lasciare spazio ad una nuova ritualità fatta di miscele che io stessa preparo, mescolando il tè verde ed i preparati di erbe e frutta che acquisto sfusi in erboristeria con la menta essiccata del mio orto e la melissa selvatica, filtrando tutto con cura. Spesso, dopo l’infusione, prelevo i frutti (pezzi di mela, scorze di arancia, uvetta, frutti rossi, pezzetti di carota) e li mangio su una fetta di pane con tahina o crema di mandorle, in modo da non buttare nulla. Le foglie di tè e delle altre erbe le utilizzo per infusioni successive, anche due o tre volte. E comunque conservo più di un centinaio dei messaggi che nel tempo ho trovato nei miei infusi monodose preferiti, così ogni tanto ne pesco uno dal sacchettino in cui li custodisco e torno al mio vecchio rituale. Piccoli gesti che scaldano il cuore e fanno bene anche al pianeta che ci ospita. - Solo confetture fatte in casa
In famiglia siamo grandi appassionati di confetture. Spalmate sul pane a colazione o a merenda, nelle torte e nelle crostate, le conserve di frutta non possono mancare dalla nostra dispensa. Fino ad un paio di anni fa mio padre ne faceva in grosse quantità, senza zucchero, di pesche, albicocche e prugne. Ci rifornivamo da lui per tutto l’anno. Nelle ultime stagioni estive, però, ha purtroppo rallentato con l’autoproduzione, così ho integrato con confetture che acquistavo con il G.A.S. o presso aziende locali. Sebbene l’impatto ambientale del vetro sia minimo rispetto a quello della plastica e della carta, poiché è un materiale 100% riciclabile e per un numero infinito di volte, trasformare e conservare la frutta in casa è senz’altro la soluzione più ecologica. Così la scorsa estate e fino all’inizio dell’autunno mi sono impegnata per soddisfare il nostro fabbisogno annuale di confetture sia con la raccolta di susine selvatiche e di mele cotogne da piante “abbandonate” nei campi qui intorno che usando prugne, albicocche, susine e pere super mature (quindi anche a buon prezzo) dal un coltivatore locale.
QUI e QUI ho pubblicato le mie ricette e la spiegazione del procedimento: più complicato a dirsi che a farsi.
- Infusi sfusi e autoprodotti
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- E bike
Qui nel blog non ne ho mai parlato ma un anno e mezzo fa abbiamo acquistato una mountain bike con pedalata assistita, di seconda mano e dotata di portapacchi con borse laterali. E’ stato il miglior investimento del 2018! Già, investimento e non spesa, perché il valore di ritorno, in termini economici e di benessere psicofisico, è davvero elevato e supera di gran lunga quello economico. Abitiamo in una frazione di campagna di un paesotto di provincia, fra i sali e scendi delle colline marchigiane, con il paese e tutti i suoi servizi (negozi, mercato, ufficio postale, biblioteca, scuola) a 5 km di distanza distribuiti in salite e discese, appunto. Capita di dovermi spostare anche nella città più vicina, che sta a 15 km, per delle commissioni, ma i mezzi pubblici non servono bene la nostra zona e quindi non posso avvalermene. Con la e bike ho potuto ridurre di molto l’uso dell’automobile, senza dover per forza trasformarmi in una ciclista sportiva quale non sono mai stata. Al tempo stesso, però, anche la pedalata assistita aiuta a ristabilire un contatto profondo con il territorio e determina un nuovo valore al tempo dedicato per gli spostamenti. La bicicletta fa bene al corpo e alla mente ed è un ottimo modo per unire l’utile al dilettevole: andare nell’azienda agricola di fiducia in bici e tornare con 20 kg di spesa è al tempo stesso necessità e svago. A me è servita anche per allenarmi dolcemente verso la ripresa della bicicletta classica, a completa trazione umana, che avevo abbandonato da anni. Usare la bicicletta solo per svago, per le passeggiate più o meno impegnative della domenica è senz’altro un bel passatempo, ma io sono mossa da un altro scopo: usare la bici come alternativa per gli spostamenti quotidiani che altrimenti effettuerei con un mezzo inquinante (sebbene la mia auto sia a metano), ingombrante e pericoloso come l’automobile. Eliminare l’auto del tutto qui è impossibile se si hanno bambini. Noi, ad esempio, usufruiamo dello scuolabus comunale per i due “grandi”, ma la piccola frequenta una scuola fuori comune e siamo costretti a portarla e riprenderla in auto. Stessa cosa con gli sport, anche se lì riusciamo a suddividerci i viaggi con altre famiglie. Ma per gran parte degli spostamenti che posso effettuare senza di loro al seguito ormai ricorro alla e bike, che mi permette una velocità massima di 25 km/h con 4 modalità di pedalata: eco, tour, sport e turbo. Per me è stata una vera rivoluzione!
- E bike
Non esiste l’impatto zero né una vita zero waste, ma è nostro dovere tendere al miglioramento
Ecco, questi sono i 10 cambiamenti più importanti avvenuti sul fronte della sostenibilità nell’anno appena passato. Abbiamo anche eliminato o ridotto di molto l’uso di alcuni prodotti confezionati che compravamo con una certa regolarità come i corn flakes, le barrette crude di frutta secca e le gallette ad esempio. Siamo ancora molto lontani da una vita a rifiuti zero e consapevoli che questa non sia realizzabile, per il solo fatto che esistiamo su questa Terra. Ma sono fortemente convinta che occorra ispirarsi al concetto giapponese di kaizen (kai-cambiamento + zen-migliore), secondo il quale dovremmo vivere nella consapevolezza che la perfezione è impossibile da raggiungere ma proprio per questo valga la pena impegnarsi in un continuo processo di miglioramento ed evoluzione. Restare fermi e scoraggiarsi non ha senso: non dobbiamo pensare al punto di arrivo, che forse non raggiungeremo mai (impatto zero), ma al processo, al viaggio che ci permetterà di avvicinarci sempre di più alla meta. Il kaizen ci suggerisce di compiere tanti piccoli passi, che all’inizio possono sembrare insignificanti, ma che nel tempo daranno forma ad una trasformazione di grande valore. Ed in questo senso la Natura ci è maestra. Ogni mutamento in natura avviene in maniera impercettibile, basti pensare alla germinazione, alla fecondazione e gestazione, al ciclo delle stagioni. per questo sono sempre più persuasa dell’enorme forza delle rivoluzioni pacifiche quotidiane, quelle che nascono dal basso e che possono contagiare in un effetto domino virtuoso le persone che ci stanno accanto. Ritengo sia una un’importante forma di attivismo da condividere in maniera sempre più capillare e proprio per questo motivo quasi sei anni fa è nato questo blog e continua ad andare avanti.
Il 2020 sarà ancora una volta un percorso di evoluzione e rinnovata consapevolezza, con la mente ed il cuore spalancati a cogliere ispirazioni e restituirle a chi vorrà accoglierle.
Buon cammino leggero!
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Donatella
Bellissimo post Vale!
Anche noi dallo scorso anno ci stiamo impegnando molto a fare la nostra parte con piccoli cambiamenti, consapevoli che non cambieremo il mondo ma che lo aiuteremo. Per alcune cose ho iniziato molto prima, pensa che ho cucito i miei primi dischetti per lo strucco e la pulizia del viso nel lontano 2016😉.
Un abbraccio e grazie
Donatella
Naturalentamente
Grande!! Sei avantissima!!
Un abbraccio anche a te!
Paola Marini
Ciao Vale,
ti seguo da anni con ammirazione per la tua scelta di vita e per la determinazione con cui la porti avanti, ma finora ho sempre pensato (so che è una scusa, probabilmente non avevo ancora la giusta motivazione) di non avere abbastanza tempo per sperimentare ricorrere a soluzioni che avessero un impatto ridotto sull’ambiente. Ora che, grazie ad una situazione lavorativa più favorevole, ho più tempo a disposizione ho deciso che è il momento. Di prendermi più cura dell’ambiente, ma anche della salute dei miei figli! Per prima cosa scarichero’ il tuo e-book, ma potresti consigliarmi qualche altra lettura sull’autoproduzione che mi possa essere di aiuto? E, se possibile (ricollegandomi al post sull’autostima in cui tanto mi riconosco!) anche su questo argomento. Te ne sarei grata, sento proprio il bisogno di lavorare su di me…. Un abbraccio e un GRAZIE per la tua presenza!
Paola
Naturalentamente
Cara paola, grazie infinite per questo bellissimo messaggio, che mi riempie il cuore, davvero.
Sull’argomento autoproduzione ti consiglio “Facciamo il pane”, Terra Nuova Edizioni, in cui troverai un sacco di ricette salate da realizzare con la lievitazione naturale.
Se invece vuoi qualcosa di motivazionale e più teorico, il libro di Grazia Cacciola “L’autoproduzione è la vera rivoluzione” che ho recensito anche qui sul blog nella sezione “Libri e film”.
Per l’autostima e tutto ciò che riguarda inseguire i propri sogni e la propria vocazione ti consiglio: “Big Magic” di Elizabeth Gilbert; “Ikigai. Il metodo giapponese: Trovare il senso della vita per essere felici” di Bettina Lemke; e il bellissimo romanzo “La profezia della curandera” di Hernán Huarache Mamani.
Se li leggerai, fammi sapere cosa ne pensi!
Un abbraccio e buon cammino