“La Pasqua ebraica, chiamata Pesach (pasa’, in aramaico), celebra la liberazione degli Ebrei dall’Egitto grazie a Mosè. […]La Pesach indica quindi la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani e l’inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra promessa.[…]
Con il cristianesimo la Pasqua ha acquisito un nuovo significato, indicando il passaggio da morte a vita per Gesù Cristo e il passaggio a vita nuova per i cristiani, liberati dal peccato con il sacrificio sulla croce e chiamati a risorgere con Gesù. […]
Perciò, la Pasqua cristiana è detta Pasqua di risurrezione, mentre quella ebraica è Pasqua di liberazione dalla schiavitù d’Egitto.”
(fonte: Wikipedia)
Liberazione e Risurrezione. Questi, dunque, i due profondi significati di una festa religiosa ormai tronfia di uova di cioccolata e di agnelli sgozzati.
Negli ultimi anni persino i giocattoli si fanno portatori del messaggio pasquale, che sembra essere lo stesso di quello natalizio ormai, e cioè: consuma consuma consuma. Diventa tutto sempre più disgustoso. Ogni festività, religiosa o pagana che sia, non conserva più nulla di poetico o di romantico o di sacro. L’opulenza regna sovrana; l’ostentazione dell’abito della festa è un dovere; l’abbuffata, un dato di fatto.
Dov’è finita la memoria? Chi ricorda perché si stia festeggiando? Chi è disposto a fermarsi un attimo per pensare alle parole Liberazione e Risurrezione?
Non è forse dovere di ognuno di noi perseguire in ogni modo e con ogni mezzo la Liberazione da qualunque forma di schiavitù che riguardi qualunque essere sulla Terra? Non è forse impossibile vivere nella compassione e nella pace, che anche le belle poesie imparate a scuola dai nostri figli predicano, con la tavola imbandita di crudeltà e le tasche svuotate dal comprareattutticosti?
Anche la Natura ci parla di Liberazione, ma preferiamo ignorare il suo canto. Il canto del risveglio di tutte le sue creature dal letargo e dal gelo. La Liberazione dalle forze dell’Inverno, stagione del raccoglimento, per lo sbocciare a nuova vita con l’incanto della Primavera.
Risurrezione come Rinascita. Risorgono gli alberi di fico, risorgono le calle, risorgono i ciliegi ed i giacinti, risorgono i fossi e campi incolti, risorgono le strade che si ripopolano di passanti. La nuova stagione fa rinascere in ognuno di noi la voglia di muoversi, di respirare aria pulita, di stare sotto il cielo piuttosto che sotto un tetto.
Ma anche Pasqua di rifiuto, di ferma opposizione, di lotta consapevole. Perché è proprio nelle “feste comandate” che ci si sente più autorizzati a foderarsi occhi ed orecchie, “perché tanto la tradizione è questa”, “perché comunque si è sempre fatto così”.
Noi diciamo NO! Quest’anno non parteciperemo nemmeno come commensali passivi ai banchetti familiari. La festa dell’agnello, simbolo di innocenza e di purezza, non può essere celebrata di fronte a vassoi colmi di cadaveri smembrati. Non da noi, almeno!
E’ la nostra forma di protesta pacifica contro un’usanza ormai obsoleta, completamente svuotata del suo senso originario, ridotta in obbligata consuetudine dal capitalismo alimentare. Contro la pratica crudele e spietata del dividere prematuramente una mamma dal suo cucciolo, ignorandone i belati strazianti e le grida di dolore, che resteranno comunque aggrappati alle bianche carni dell’agnello, annodandosi nello stomaco di chi le mangerà.
Ci rincuora sapere che non siamo i soli ad aver compiuto tale scelta. Domenica, infatti, saremo in 60 a festeggiare insieme la nostra Pasqua pacifica e senza crudeltà in un pranzo a buffet 100{1cb9e49070c7ea47a30e983aa42d2438c398569dec77b84b253952f15e6e2316} vegetale presso l’Agriturismo Vegano le Chichine di Osimo (An).
Non mi resta che augurare a tutti voi una Pasqua di Passaggio e Cambiamento verso una nuova presa di coscienza. Verso scelte più compassionevoli, verso uno stile di vita più semplice e sobrio, verso un futuro più giusto e più verde, sempre meno macchiato di sangue.
Shanti!
Dida
Parole sagge, giuste, cindivise. Buon cambiamento a
nche a te e alla tua tribù!
naturalentamente
Grazie, carissima Dida! Ricambio gli auguri con il cuore. Un bacio e a presto. sei sempre la benvenuta!!
valentina
ne parlavo con Felicia, e con Alice.io andrei in Tibet il giorno di pasqua.Sono L’unica che ha fatto la scelta vegan, quindi già discriminata tutto l’anno figurati durante le feste comandate.E mi tocca sedermi ad una tavola dove già sò che ci saranno delle vittime innocenti.Mi sento molto ipocrita, ma non ce la faccio a non andare.anche perchè purtroppo nemmeno il mio compagno mi ha seguito in questa scelta.Quindi dovrei stare a casa da sola.Probabilmente in futuro avrò anch’io la forza di rifiutarmi, ora no.
naturalentamente
Non devi sentirti ipocrita! Devi sentirti privilegiata, perché la luce della consapevolezza ha raggiunto la tua mente ed il tuo cuore. Capisco il tuo senso di isolamento…non è facile compiere e nutrire scelte così controcorrente se non si ha accanto dei solidi supporti. All’inizio anche io ero sola. Poi sono arrivati i figli e il mio compagno, piano piano, ha abbracciato la mia scelta e quella dei bambini (perché anche se era onnivoro è sempre stato d’accordo sullo svezzamento vegan)…la sua consapevolezza è arrivata dopo, per altre vie, senza pressioni da parte mia. Ma è arrivata. Abbi fiducia. Il seme del cambiamento, tu lo stai spargendo ogni giorno della tua vita, tutt’attorno a te. Continua a dare il tuo buon pacifico esempio di compassione, di rifiuto del dominio dell’uomo sui fratelli animali e vedrai che comincerai a sentirti sempre meno sola. Ti abbraccio! Go vegan!!
fra
Brava ValeVico (così ti conosco e ti seguo da veganblog, pur non avendoti mai scritto): condivido in pieno le tue parole contro sfruttamento e consumismo che ad ogni festività la nostra cultura ormai ripropone senza capacità di minimo pensiero critico. Questa Pasqua io e mio marito abbiamo festeggiato con menù vegano in un agriturismo: niente di più buono per il palato e per la coscienza.
Complimenti per il tuo impegno e per l’energia che trasmetti attraverso ciò che fai….
naturalentamente
Benvenuta Fra!! E’ sempre bello sapere che c’è chi condivide con il nostro stesso entusiasmo i medesimi ideali. Stavamo giusto dicendo adesso, io e il mio compagno, che abbiamo trascorso tre giorni di festa davvero degni di esser chiamati tali. Sabato sera abbiamo avuto modo di prender parte ad un interessantissimo quanto impegnativo dibattito sull’antispecismo. Abbiamo avuto molti input su cui riflettere e ricevuto tanta motivazione in più a continuare la nostra pacifica lotta contro un sistema fatto di dominio e sfruttamento.
Torna presto a trovarmi e grazie per aver lasciato il tuo commento. Shanti!