Caro piccolo Attilio mio,
bambino gioioso e canterino; gnomo cocciuto con le tasche piene di domande, di plettri e di palline; dal sorriso grande e dalle mani curiose, dalla tenerezza infinita e dal carattere ostinato, Io oggi scrivo a te. Per chiederti scusa.
Scusa se in questi giorni non sono la mamma paziente che vorrei sempre essere; scusa se non accolgo con calma e saggezza tutte le sfide quotidiane che mi presenti. Certe volte le tue domande sono più grandi di me e del mio sapere, le tue richieste di aiuto vanno al di là del mio striminzito orizzonte di adulta. Tu vedi panorami più vasti, viaggi su strade più ampie, senza troppi vincoli, senza nessuna censura. Non sempre riesco a seguirti come vorrei nel tuo cammino. Stare al passo con te non è semplice, dolce viandante mai pago di scoperte.
Ti piace tantissimo metterci tutti alla prova, sondare i limiti delle nostre reazioni, sperimentare il brivido dell’andare oltre. Siamo qui, pronti ad accoglierti, a rispondere a indagare insieme a te, sempre e comunque. Ma a volte scappa la pazienza. La nebbia sale fitta e offusca i miei buoni propositi, la voce savia dei valori in cui credo si fa fioca. Strillo, sbuffo, rispondo con sufficienza, mi muovo infastidita, tendo alla fretta sciocca. Allora tu mi guardi e non mi riconosci, sbatti i piedi, magari scoppi a piangere e mi gridi “Uffa, mamma, perché fai così?”. Ecco: io divento piccola piccola e in quelle tue lacrime mi specchio, vedo il riflesso del mio essere mamma imperfetta.
Abbiamo superato la dura fase della dentizione che ti ha tenuto incollato a me per interminabili notti (per mesi). Abbiamo superato la fase critica dell’autodeterminazione in cui volevi fare tutto assolutamente da solo. Abbiamo superato la fase dei morsi dati a ogni bambino che si incontrasse. Abbiamo superato la famosa fase dei “terribili due anni”. Abbiamo superato le fasi dello sconquasso emotivo dovuto prima alla nascita di Elena e poi all’inizio della scuola. Io e babbo abbiamo sempre tenuto fede ai nostri princìpi guida dell’ascolto, della comprensione, della totale disponibilità all’assecondare i tuoi bisogni, del muoversi coi tuoi tempi, del dialogare alla pari, dello spiegare senza punire e del coccolare. Essere genitori ad alto contatto non è facile nel contesto sociale in cui viviamo, ma è la cosa più naturale che ci viene da fare, l’unico modo in cui riusciamo a rapportarci a voi. Col tempo e la dovuta attesa, senza alcuna aspettativa mai, si raccolgono i frutti del nostro “lavoro”. Si assiste alla vostra crescita estasiati di fronte all’acquisizione di una sempre maggiore autonomia ed autostima, di fronte al vostro essere proiettati sempre un po’ più avanti, sempre più lontano. E’ meraviglioso vedervi fare le prove di volo fuori dal nido!
Ma…c’è un ma.
Il tuo essere un bambino così pieno di vita, così sicuro di sé e dei tuoi desideri, così consapevole delle tue capacità è cosa ardua da gestire, qualche volta. Contesti tutto, proprio tutto ciò che ti si propone; è impossibile giungere qualunque tipo di compromesso con te; la tua testardaggine sta raggiungendo picchi altissimi. Ora che hai quasi 4 anni e che ti senti un “bambino grande”, contenerti mi risulta più che mai difficile. Poi mi dico: perché mai dovrei “contenerlo”? Non sono forse io ad avergli insegnato l’importanza di vivere senza recinti assecondando il proprio istinto alla libertà? Non dovrei forse essere io ad adeguarmi a questa sua nuova fase di maturazione caratteriale (perché è una fase, e come tutte le fasi passerà), cercando nuovi canali di comunicazione con lui?
Attilietto mio, sono qui per scriverti che anche quando la pazienza mi scappa resto sempre la tua mamma con le braccia spalancate pronte ad accoglierti in tutti i momenti della tua crescita fremente e a volte faticosa. E mi impegno seriamente, ancora ed ancora, a portare fede ai nostri ideali di famiglia che cammina lentamente e in pace con il mondo dentro e intorno a noi.
Ti abbraccio,
mamma
Dani
E’ un “lavoro” duro che non finisce mai, che non mi da tregua nemmeno nei sogni, che talvolta mi scoraggia, specie se sono a fine giornata con un cumulo di stanchezza più alto di me (in realtà vista la mia altezza non è che ci vada molto), ma a cui non rinuncerei per nulla al mondo. Mi sostiene vedere che i miei figli (in particolar modo Alessandro che ha quasi 13 anni) stanno diventando delle personcine assennate capaci di muoversi nel mondo con sicurezza e con il sorriso sulle labbra anche se non sono siamo vicino a loro…sarà perché sanno che io e il loro papà ci saremo sempre e sono felici? Oso sperare che sia così. 🙂
naturalentamente
Grazie per essere passata di qui, cara D! Alessandro e Margherita sono bambini molto fortunati! 🙂
Michela
Vale, mi commuove tanto quello che scrivi. Io che a volte perdo la pazienza quando Nicola si impunta su qualcosa, quando sembra voler fare l’opposto di ciò che gli insegno, quando sembra volermi sfidare.. Ed è capitato pensassi a te e al tuo essere sempre serena, tranquilla e gioiosa. E mi dicevo “Devo riuscire anch’io a mantenere la calma, a prendere le cose con più serenità”…
Ed ora scopro che anche tu a volte “crolli”, che anche tu perdi la pazienza…
Tutto questo mi fa sentire una mamma meno imperfetta perchè capisco, che alla fine, ogni mamma dà tutta sè stessa ai propri figli e, prima o poi, ognuna di noi ha dei cedimenti. I bambini spesso ci mettono a dura prova e non sempre riusciamo a reagire positivamente e serenamente…
I momenti “no” come ce li hanno loro, ce li abbiamo anche noi…
E non siamo mamme imperfette, siamo semplicemente mamme che amano alla follia i propri figli… E da quello che capisco, i nostri due bimbi sono due testoni ribelli e lo scontro ci sarà spesso!
Dobbiamo armarci di pazienza e, anche se a volte la perdiamo, ricordiamoci che loro ci amano anche in quei momenti!
Un abbraccio Vale
naturalentamente
Grazie per questo tuo commento, dal quale traspare tutta la tua sensibilità ed umanità di mamma. Siamo sulla stessa, barca, tesoro! Teniamo duro e contiuiamo sulla strada della tenerezza e dell’imperfezione! 😉 Un bacio a te e uno al Nic
Ekaterina
Condivido!E’ un percorso…un percorso circolare che ci collega al nostro passato-presente-futuro…Buon Viaggio!!! a tutta la famiglia.C’e’ TANTISSIMO da imparare con tanto AMORE, PAZIENZA, CALMA – qui ed ora! Grazie alla Vita, grazie alle Persone sul mio cammino!
naturalentamente
Grazie a te, cara! Baci