Compro veg = compro sano.
Compro veg = compro etico.
Ahimé, non è così! Non si può star mai tranquilli. 🙁
Questo post è interamente dedicato a quello che ormai è diventato uno degli ingredienti più critici usati dall’industria alimentare. Non starò a fare troppi giri di parole, la faccenda è troppo seria per esser ricamata con discorsi ed opinioni. Ci vogliono dati di fatto. Ecco i motivi per cui occorre boicottare l’olio di palma e tutti prodotti che lo contengono:
- contiene un tasso altissimo di grassi saturi (45{1cb9e49070c7ea47a30e983aa42d2438c398569dec77b84b253952f15e6e2316}-55{1cb9e49070c7ea47a30e983aa42d2438c398569dec77b84b253952f15e6e2316}) molto dannosi per la salute, perché favoriscono la formazione di placche nelle arterie;
- per far posto alle piantagioni di palme da olio centinaia di migliaia di alberi centenari delle foreste pluviali dell’Uganda, della Costa d’Avorio, dell’Indonesia, della Malesia vengono abbattuti o bruciati;
- la distruzione selvaggia di questi irripetibili habitat naturali porta al grave rischio di estinzione per i nostri fratelli oranghi, tigri di Sumatra ed elefanti del Borneo e causa irrimediabili danni ai delicati ecosistemi della foresta pluviale;
- le piantagioni di palme costituiscono una gravissima minaccia alla biodiversità di luoghi pressoché incontaminati prima dell’arrivo dei colossi del capitalismo alimentare;
- la filiera di produzione spesso non è sottoposta a seri controlli che garantiscano condizioni di lavoro giuste e dignitose.
Eppure l’olio di palma è contenuto nella maggior parte delle creme spalmabili, delle margarine e dei prodotti da forno, compresi quelli biologici. Perché? Perché è un olio inodore, incolore, che non irrancidisce, permettendo quindi una lunga conservazione degli alimenti e garantendone una prolungata fragranza e morbidezza. Inoltre ha un costo di produzione molto basso rispetto ad altri olii più pregiati (come quello extravergine d’oliva o di semi di girasole), poiché i semi ne contengono una grossa quantità. L’industria alimentare sta abusando di questa materia prima, impiegandola nella preparazione di qualunque cosa: pizza, pasta sfoglia, crackers, grissini, pane da tramezzini, merendine, brioches, snacks, fette biscottate, biscotti e tutto quanto riporti nell’etichetta la dicitura “grassi vegetali” o “olii vegetali”. Infatti al momento non esiste nessuna legge che imponga alle case produttrici di specificarne la presenza…almeno fino a dicembre 2014. Sì, avete capito bene: c’è una gran buona notizia! Come prescrive il nuovo regolamento europeo sull’informazione al consumatore, a partire da dicembre sulle etichette dovranno essere palesati tutti i grassi vegetali impiegati, affinché il consumatore possa compiere le proprie scelte con sempre maggiore consapevolezza.
Nel frattempo, però, stiamo accorti. E, nel dubbio, ricordiamoci che autoprodurre fa bene a noi, agli altri e al pianeta! Sempre.
A presto, al prossimo consiglio veg!!
Daria
E’ davvero uno fra gli ingredienti più mimetizzati, le etichette spesso non aiutano… io in genere se vedo un generico olio vegetale lascio sullo scaffale e di mio cerco di autoprodurre il più possibile in modo da essere certa degli ingredienti (uso solo olio evo bio come grasso aggiunto).
naturalentamente
L’ambiguità delle etichette è una cosa che mi manda in bestia! Anche io cerco di autoprodurre il più possibile e, come te, uso olio evo delle olive dei miei suoceri. Faccio delle eccezioni con l’olio di germe di mais, ma sono rare.