Qualche settimana fa, dopo aver visto l’omonimo film ed essermi commossa molto, oltre che riempita gli occhi con la bellezza dei paesaggi dell’Orsigna, mi sono regalata “La fine è il mio inizio”.
Un libro che non ha bisogno di presentazioni, che già nel titolo racchiude l’essenza e lo spirito delle sue pagine, e il cui sottotitolo (Un padre racconta al figlio il grande viaggio della vita) dice tutto.
E’ uno di quei libri che appena arrivi all’ultima pagina ti lascia piena di nostalgia per tutto ciò che hai letto e provato. Uno di quei libri che già a pagina 15 inizi a piangere, perché è autentico e arriva dritto al “non detto” celato in ognuno di noi, portandolo a galla.
Siamo sostenuti da qualcosa che non sono le bischerate a cui teniamo.Chi regge tutta questa roba? Chi la tiene assieme? Basta che cambi di qualche grado la temperatura e si sciolgono i ghiacciai e finisce tutto.Ma per ora tutto tiene. Chi fa cantare gli uccellini? C’è questo essere cosmico e se per un attimo hai la folgorazione di appartenergli, dopo non hai più bisogno di altro. E’ da lì che cominciamo.
La vita di Terzani non è certo stata un’avventura qualunque. E’ stato un viaggio continuo, coi piedi e con la penna, con gli occhi e con lo spirito; fuori, nel mondo, ma anche dentro, nelle paure e nelle debolezze dell’uomo.
“La fine è il mio inizio” è un dono prezioso che Tiziano Terzani ha voluto offrire al figlio Folco e a tutti, come sprono a vivere una esistenza più piena, libera dalle imposizioni della massa, consapevole, curiosa.
Ricordi d’infanzia e di gioventù, racconti di guerra, incontri straordinari, luoghi remoti e magici, fatti incredibili ed aneddoti tragicomici che si intrecciano sul tessuto della Storia, raccontata con la consueta onestà intellettuale e lucida intelligenza del giornalista.
Ecco, di nuovo senza che io me lo sia detto una mattina facendo un voto, senza che io ci sia arrivato attraverso constatazioni altrui, io ho sempre provato una ripulsione per il potere. Forse, nel fondo sono un anarchico, ma a me vedere un presidente, un ministro, , un generale, tutti con la loro aria tronfia, tutti con la loro pillola da rivenderti, mi ha sempre fatto ribrezzo. Il mio istinto è sempre stato di starne lontano.
Così si conosce meglio il Tiziano Terzani anarchico e irriverente, instancabile ed ispirato, ma anche deluso ed angosciato. Ad ogni domanda del figlio Folco seguono risposte dettate dalla sincerità cristallina che appartiene solo a chi sta per lasciare questa vita con il cuore in pace e la mente calma.
La saggezza di un uomo che ha visto, vissuto e descritto l’ingiustizia, la paura, il dolore, il crollo del sogno di un mondo nuovo. La forza di un’anima che ha qualcosa da lasciare in eredità: la spinta al risveglio della coscienza. L’evoluzione di uno spirito.
E da qui il mio passo verso l’unica rivoluzione che serva, quella dentro di te. Le altre le vedi. Le altre si ripetono, si ripetono in maniera costante, perché al fondo c’è la natura dell’uomo. E se l’uomo non cambia, se l’uomo non fa questo salto di qualità, se l’uomo non rinuncia alla violenza, al dominio della materia, al profitto, all’interesse, tutto si ripete, si ripete, si ripete.
Un inno alla non violenza, all’opposizione, all’indipendenza, alla giustizia, alla bellezza, alla pace, al coraggio, alla meditazione, alla natura.
Perché soltanto la poesia mi pareva potesse ridarci una spinta di speranza. Identificai un’isola lontanissima, insignificante, che non era segnata su nessuna carta, ma in cui immaginavo crescere una generazione di giovani poeti che aspettavano di prendere in mano le sorti del mondo. Avevo in qualche modo il sentimento che non c’era una soluzione nei partiti, nelle istituzioni, nelle chiese, dove tutti ripetono le stesse cose, oggi per giunta senza neanche più quella carica ideologica che c’è stata nel passato.
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Allora trovo bello finire il mio viaggio in posto che, a suo modo, italianamente, con la sua magia, ripeto, queste cose le ha anche pensate. Tutto anche qui derivava da una vera osservazione della natura.
De “La fine è il mio inizio” porterò con me la certezza che l’amore eterno può ancora esistere; una rinnovata motivazione a scegliere in totale libertà, lasciando da parte i condizionamenti; la consapevolezza che ognuno è artefice del proprio destino.
E’ la bellezza, la bellezza che ciò che finisce ricomincia. Perché così è l’universo. Perché dentro a un seme che cade per caso c’è già un albero enorme. Caduto, il seme sembra morto, finito. E ricomincia. Questa bellezza mi piace, questa bellezza che vedo dappertutto, ormai, e che vedo per giunta nella fine della mia vita terrena.
Sento questa mia vita che sfugge, ma che non sfugge, perché è parte di quella stessa vita di quegli alberi. Una cosa bellissima, il disfarsi nella vita del cosmo ed essere parte di tutto. Questa mia vita non è la mia vita, è la vita dell’Essere, è la vita cosmica di cui mi sento parte. Per cui non perdo niente.
Allora, questa è la fine ma è anche l’inizio.
Con questo post partecipo al Venerdì del libro.
Dida
Lo leggerò sicuramente, grazie Vale!
Stupendi anche i tuoi post precendenti!
naturalentamente
Ciao Dida cara!
Quanto tempo…
Un fortissimo abbraccio
Elle
DI questo ho visto solo il film, poi ho cercato qualche intervista, dopo aver letto il diario di Terzani, e ho in mente da allora di leggere anche il libro, che ho già a casa. Potrebbe essere una lettura delle feste. Grazie Vale 🙂
naturalentamente
Ti piacerà da matti! L’intensità del film moltiplicata per mille <3