Questa è la storia di una giovane mamma col sorriso sempre stampato in faccia. E’ la storia di una guerriera innamorata della vita e dei buoni pensieri, che ha deciso di mettere in moto la sua pacifica rivoluzione in nome dell’Amore, contro tutti i pronostici negativi e gli uccelli del malaugurio.
Francesca, classe 1988, è diventata mamma il 12 novembre scorso. Riccardino (o meglio, Riccardone) è un patato dalla pelle liscissima e dagli occhi placidi, un ciuccione tenerissimo che ha già saputo dimostrare quanto profonde ed innate siano le competenze del cucciolo d’uomo. Che cosa mai avranno fatto questi due di tanto straordinario?
L’intervista che segue è l’ennesima dimostrazione che la fiducia nell’istinto mammifero, l’ascolto, la pazienza e la perseveranza tutto possono.
Cara Franci, ciao! Grazie per voler condividere la tua bellissima rivoluzione pacifica con noi. Iniziamo dal principio: quando è nato il tuo forte desiderio di voler allattare il bambino che stava crescendo dentro di te?
Da subito. E si è sempre più rafforzato durante la gravidanza e, in particolare, durante il corso preparto, in cui una bravissima ostetrica ci ha parlato a lungo dell’importanza dell’allattamento al seno.
Quali sono le cose che hai appreso riguardo l’allattamento e che ti sono tornate più utili quando Riccardo è nato?
La posizione corretta, il giusto modo di attaccarsi e di tenere la bocca.
Chi ti ha seguita-supportata nei primi giorni dopo il parto?
Nessuno. In ospedale non mi hanno chiesto o detto nulla riguardo l’allattamento. Non mi avevano nemmeno detto che la suzione avrebbe stimolato le contrazioni dell’utero dopo il parto e mi sono persino spaventata! Però, per fortuna, mi ricordavo per filo e per segno tutto quello che l’ostetrica ci aveva detto al corso preparto, quindi sono riuscita a trovare la strada giusta da sola…anche grazie a Richi, che ha sempre ciucciato tanto e di gusto.
Come è proseguito l’allattamento al rientro a casa dall’ospedale?
Proseguimento perfetto! Per le prime due settimane ho allattato a richiesta, poi, piano piano, ho cercato di stabilire una certa cadenza più regolare delle poppate. Ovviamente sempre seguendo i bisogni di Riccardo… In certi momenti vedevo che mi cercava, ma non voleva il seno, allora lo intrattenevo cantando, passeggiando, cullandolo. Ora, quindi, di giorno ciuccia ogni due ore: regolare come un orologio! Di notte ha sempre dormito anche 6-7 ore consecutive, senza problemi.
Ma poi è successo qualcosa…
Dopo un mese mi sono accorta di una ghiandola sul collo che, giorno dopo giorno, cresceva, si ingrossava. Il 30 dicembre mi è stato diagnosticato un adenoma (tumore benigno), ma io ho reagito con estrema serenità alla notizia. La felicità per avere Richi nella mia vita non mi ha fatta preoccupare. E infatti, dopo 7 giorni, abbiamo scoperto che la diagnosi era sbagliata e che si trattava “solamente” di una cisti branchiale da asportare senza troppa urgenza. Tuttavia, mi sono sottoposta ad un intervento di ago aspirato per scongiurare qualunque brutta ipotesi. Ma l’esame, purtroppo, mi ha provocato una forte infiammazione, con infezione e febbre altissima. Il medico mi ha prescritto una cura a base di cortisone.
Come hai reagito a questo imprevisto?
Fisicamente ero a terra. Non riuscivo nemmeno a tenere Richi per allattarlo. Ma lui mi ha sempre capita al volo! Nei giorni in cui sono stata male era davvero come se avvertisse che qualcosa non andava: più stavo male e più dormiva. Intanto, però, chiamavo il numero verde dell’istituto Mario Negri per avere tutte le info riguardanti la compatibilità dei farmaci che dovevo assumere con l’allattamento. Non volevo assolutamente interrompere.
Con il cortisone non potevo allattare per 4 ore, così ho iniziato a togliermi il latte con il tiralatte per fare scorta. Ho cominciato anche a congelarlo, perché sapevo che di lì a qualche mese sarei dovuta stare per qualche giorno in ospedale a causa dell’intervento chirurgico. Per fortuna, di nuovo, Richi ha reagito alla grande, accettando da subito il biberon.
Chi ti sosteneva in questi momenti, chi ti consigliava?
Io sono sempre stata una persona molto ottimista. Mi facevo forte delle informazioni apprese al corso preparto, leggevo in internet, partecipavo spesso a forum di mamme sul tema dell’allattamento per trovare conforto e rinnovare la mia motivazione ad andare avanti nonostante le avversità.
Ma la cisti continuava ad ingrossarsi e l’operazione si è fatta necessaria molto prima del previsto. In brevissimo tempo avresti dovuto sottoporti all’intervento e lasciare Riccardo per almeno 5 giorni. Come ti sei organizzata?
Sono stata via per 5 notti, affidando Riccardino al babbo, alla nonna (mia madre) e alla bisnonna. Volevo che Richi stesse il più possibile nello stesso ambiente senza girare da una casa all’altra…volevo che si sentisse protetto e al sicuro e il meno destabilizzato possibile. Volevo che dormisse a contatto col babbo, in modo da poter sentire sempre il suo odore. Avevo lasciato una bella scorta di latte nel congelatore, ma qualche giorno prima del ricovero avevo iniziato anche a dare una poppata al giorno di artificiale, perché tutti (pediatra, medici, parenti, conoscenti…) mi dicevano che dopo l’operazione non avrei avuto più latte ed io non volevo che, in questa evenienza, Richi si fosse trovato a dover subire un cambiamento netto e traumatico. Ancora una volta, non ha avuto nessun problema, ed ha continuato a ciucciare il mio latte pur gradendo anche la poppata di artificiale. Io comunque, in cuor mio, sapevo che quando tutto sarebbe finito avrei continuato ad allattare, ne ero convinta. E così è stato!!
Come sono andate le cose?
L’operazione è andata bene… Avevo lasciato detto a mia madre e al mio compagno di tirarmi il latte e di continuare a stimolarmi il seno dopo l’operazione, anche quando sarei stata incosciente a causa dell’anestesia. Appena ho ripreso i sensi mi sono fatta consegnare la cartella clinica con la lista dei farmaci dell’anestesia ed ho chiamato il Mario Negri per sapere come muovermi. Intanto ogni giorno vedevo Richi via Skype e mi si spezzava il cuore a saperlo lontano da me…lui sentiva la mia voce e reagiva ma non mi trovava…chissà cos’avrà pensato?! Eppure è stato bravissimo e paziente in quei giorni…si addormentava con il babbo, stava con nonna e bisnonna tranquillo tranquillo come un angioletto. Non posso esprimere a parole quanto mi mancasse l’averlo tra le braccia. Ma l’ottimismo non mi ha mai abbandonata! Continuavo a togliermi il latte ogni 3 ore e a buttarlo via. L’istituto Mario Negri aveva accertato che, sui 15 farmaci dell’anestesia, solo 2 non erano compatibili con l’allattamento (di cui uno era morfina) e che avrei dovuto aspettare 3 giorni per riprendere ad allattare al seno. Io, per sicurezza, mi sono data 5 giorni di tempo: avevo paura di contaminare Richi e al tempo stesso ero certa che lui mi avrebbe aspettata, perché era per il suo bene.
Quando sono tornata a casa e ci siamo rivisti, l’emozione è stata fortissima…il suo volto tremava in una smorfia di commozione tenerissima, ci siamo abbracciati e non ci siamo più staccati per giorni.
Ho continuato a prendere dei farmaci non compatibili con l’allattamento e dovevo tirarmi il latte per sostituire la poppata a rischio. Ma ero stanca, provata, esausta, direi. Così ho smesso di usare il tiralatte ed ho deciso di dare quell’unica poppata al giorno di artificiale, per i 15 giorni di durata della cura. Avrei dovuto prendere anche un anticoagulante, ma non ci sono studi riguardo la sua possibile interferenza con l’allattamento, quindi, in accordo col mio medico, ho scelto di rifiutarlo.
Ora, finalmente, niente più farmaci e niente più latte artificiale. Solo Amore Amore Amore e tante coccole…e pomeriggi a dormire pelle a pelle, perché dobbiamo recuperare tutto il tempo e le tenerezze perduti. Ma ho ripreso a tirarmi il latte e a congelarlo, visto che ce n’è in abbondanza…non si sa mai!!
Cara Franci, un’ultima breve domanda. Se dico “lentezza”, cosa provi e a cosa pensi?
Penso al non volere tutto e subito. Sempre pensare positivo, perché, piano piano, tutto arriva.
Conosco questa ragazza ed ho potuto vedere con i miei stessi occhi quanta grinta e quanta solarità esplodono dal suo volto. Francesca è davvero una grande donna, una donna eroica, che va avanti per la sua strada, seguendo il cuore e l’istinto, fidandosi del suo bambino. Non un attimo di scoraggiamento, sempre e solo la certezza che dopo il buio sarebbe comunque tornata la luce. Un inno alla femminilità, alla maternità, alla rivolta. Perché in un mondo che cerca in tutti i modi di scoraggiare l’atto più naturale e amorevole di una mamma verso il suo bambino, continuare ad allattare nonostante un’interruzione forzata, nonostante un intervento chirurgico, nonostante i farmaci, nonostante i “tanto il latte ti andrà via!” è una vera e propria pacifica rivoluzione.
Che la luce splenda sempre su di te, Franci, e sulla tua splendida famiglia.
Shanti. <3
Aga
Che storia commovente!
Provo ammirazione per Francesca, per la sua forza e ottimismo…
Come ben sai anch’io ho avuto un’interruzione forzata ben due volte – non per un’intervento mio ma quello di Adele – e un po’ mi riconosco nella storia di Francesca, nelle difficoltà di portare avanti l’allattamento in una situazione particolare. Niente paragoni, due situazioni diverse – ma entrambe a lieto fine e questo mi riempie di grande gioia.
Un saluto a te, Vale, e alla protagonista della tua bellissima intervista che porta l’esperienza così toccante.
Un bocca al lupo a Francesca:-)))
Un bacio,
Aga
naturalentamente
Aga, cara, infatti vi ho pensate!
Grazie per il pensiero che hai voluto lasciare qui.
E’ bello sapere quante mamme forti e combattive ci siano! <3
Un abbraccio di luce e ate e alla tua meravigliosa family :*
eleonora
E chi la fortuna di conoscere il suo sorriso e il suo ottimismo dal vero…può solo dire..brava francy!la riconosco in ogni parola della tua intervista vale!
naturalentamente
Ciao Ele! Grazie di essere passata di qui e di aver lasciato il tuo pensiero <3
Annaluna
Ciao Vale e ciao Francesca e ciao tutte! Anch’io ho dovuto fare un intervento quando le mie gemelline, allattate esclusivamemte al seno e a richiesta, avevano 5 mesi e mezzo…e non ho potuto allattarle per circa dieci giorni dopo l’intervento. I miei tempi mi pare di capire che sono stati un po’diversi dai tuoi, per anche io ci ho messo tanta volontà, tanta pazienza, tanto amore nel tirarmi il latte e buttarlo…le mie bimbe hanno dovuto prendere il latte formulato, poiché i litri che avevo congelato, in previsione dell’intervento, per via di un enzima che non sempre si produce, hanno dato al latte congelato un odore e un sapore davvero cattivi, quindi ho dovuto…buttare tutto! A circa metà “percorso” il mio seno produceva sempre meno latte, ma devo ringraziare Carla, la consulente della Leche League di zona, che mi ha rassicurato: mica è un rubinetto che apri e chiudi in un momento! E quando ho potuto riallattare le gemelline, nel giro di ventiquatro ore la produzione del mio latte era tornata allo stesso livello di prima dell’intervento!Ora le bimbe hanno tre anni e mezzo, e il divezzamento non è ancora terminato, quindi…si’, si può tornare ad allattare dopo un intervento!Bravissima Francesca, grazie per la tua testimonianza!
naturalentamente
Ciao Annaluna cara!! <3
Ricordo bene la tua storia... Che eroica mamma sei stata anche tu!! Grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza che, sono certa, tornerà utile e di conforto a qualche altra mamma. Hai fatto benissimo a ricordare che per qualsiasi problema possiamo affidarci alle consulenti volontarie della Leche League: presenti su tutto il territorio nazionale, disponibili, competenti e vere amiche per tutte le mamme. Un forte abbraccio di luce a te e alla tua allegra tribù! :*
Pitti
Che donne meravigliose esistono…
L’informazione come sottolinea Francesca è fondamentale perché ti da la sicurezza di agire nel modo giusto anche quando ti vengoni dubbi e di reagire ai commenti inopportuni di amici conoscenti e parenti…
Io ho avuto un’esperienza di allattamento normalissima, il mio bimbo di quasi 2 anni e mezzo ciuccia ancora 2/3 volte al giorno, ma nel primo mese ho dovuto lottare anche con mia madre che mi diceva che il mio latte probabilmente non era sufficiente…
Quando sento storie come questa mi si riempie il cuore di gioia e di speranza.
Nel mio piccolo promuovo costantemente l’allattamento e cerco di aiutare tutte le mamme che conosco che si trovano in difficoltà.
Purtroppo nessuna di loro fin’ora ha mai accettato fino in fondo questo aiuto, dicono tutte speriamo solo di avere il latte e poi trovano più comodo far finta di non averlo e quel che è peggio è che trovano scuse dicendo che è per il bene del bimbo…
Scusa lo sfogo, ma gli esempi che ho intorno sono davvero sconfortanti…
Grazie!!! alle donne come Francesca e come te Valentina.
Un abbraccio
naturalentamente
E, aggiungo, grazie anche alle donne come Aga ed Annaluna (delle quali trovi le testimonianze qui sopra nei commenti)…e come te, Pitti, che trovano la forza e la motivazione di andare avanti anche quando è persino la mamma a remare contro! Bravissima, fai bene ad impegnarti nella divulgazione di informazioni ed incoraggiamenti. Non importa se spesso sembra che lottiamo contro i mulini a vento…prima o poi il seme si poserà su un terreno fertile e nasceranno dei fiori!
Questo blog nasce anche e soprattutto con l’intento di diffondere un’altra prospettiva, quella di un approccio più naturale e sano alla vita. I post sul tema allattamento ne sono una parte centrale, vista l’importanza che riveste questa primordiale e naturale pratica per la vita dei nostri figli e delle loro mamme e famiglie tutte.
Un caro abbraccio di luce e a presto!
Torna ancora a trovarmi! 🙂
Annaluna
Ciao di nuovo!!! Anch’io, tornata a casa dopo l’intervento, mi sono sentita proporre proprio dai miei genitori: “Perché non approfitti per interrompere l’allattamento ora che le bimbe si sono abituate al latte formulato?” (Quando sono partita per l’intervento a Piacenza, dalla mattina le bimbe hanno accettato il biberon solo nel tardo pomeriggio, sopraffatte dalla fame!) Io credo di essermi limitata a dire loro di “Ma come ci pensi?!”, ma poi ho capito che erano solo preoccupati per il mio stato fisico, in effetti i giorni postoperatori non sono stati una passeggiata… ?Così non mi hanno più detto niente, e soprattutto ho avuto il pieno sostegno di mio marito Marco!!! Questo lo voglio sottolineare…è fondamentale che i nostri compagni ci sostengano e ci difendano “contro” chi non capisce, magari perché a sua volta non ha potuto allattare… 🙂
naturalentamente
Giustissima osservazione, Annaluna!! Il sostegno dei babbi è fondamentale ed insostituibile! Grazie!!
Francesca
Ciao a tutte, siamo i protagonisti del racconto.
Grazie per le belle parole che ci avete dedicato ma grazie a te Vale che hai fatto conoscere a tutti questa esperienza, che potrebbe essere di aiuto a quelle persone che come noi hanno avuto problemi. Non bisogna interrompere l’allattamento per curarsi (salvo casi eccezionali) esistono fortunatamente dei mezzi e delle persone che aiutano anche in questo.
E poi non sottovalutiamo la bellezza immensa di allattare.
Grazie a tutti
FRANCY E RICCARDINO
naturalentamente
Belli, loro!
Speravo proprio che tornassi a leggere i commenti delle mamme che sono passate di qui…
Baci
Dida
Complimenti alla forza e costanza di queste due speciali creature! E’ una storia molto bella che da tanta speranza! Vi abbraccio
naturalentamente
Dida, ti aspettavo!! Bentornata! :*