Nutrizione, educazione alimentare e autoproduzione
La storia di pacifica rivoluzione raccontata in questa intervista è la storia di una donna che ha fatto della propria passione un lavoro e del proprio lavoro uno strumento di cambiamento per la comunità. Ho conosciuto Veronica grazie alla missione di consapevolezza alimentare che ci accomuna e mi sono sentita sin da subito in un terreno fertile di idee e confronto. La dott.ssa Madonna è competenza e sorriso sgargiante, è freschezza e tenacia, è creatività e impegno.
È un grande piacere potervela presentare su Naturalentamente.
Cara Veronica, raccontaci come e perché hai deciso di dedicare i tuoi studi e la tua vita alle Scienze della nutrizione.
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Come valuti lo stato attuale delle mense di scuola dell’infanzia e scuola primaria?
Anche in questo contesto la strada è lunga ed è in salita, perché la priorità nella mensa scolastica resta sempre e comunque il consenso del bambino e questo sia per scongiurare digiuni, che creerebbero preoccupazione e malcontento nelle famiglie, sia per evitare gli sprechi alimentari. Di conseguenza si cerca di offrire ciò che tendenzialmente piace ai bambini, anziché creare una proposta alimentare effettivamente sana ed equilibrata. Dovrebbe instaurarsi un circolo virtuoso in cui i bambini a scuola, con l’educazione alimentare, imparino cosa significa mangiare bene, le famiglie vengano coinvolte in questo processo di crescita dei propri figli, la mensa scolastica si ponga sulla stessa linea, offrendo ai bambini pasti coerenti con quanto il piccolo sta imparando e i genitori a casa, dando continuità a tutto questo lavoro. La famiglia e la scuola dovrebbero lavorare in sinergia: i genitori dovrebbero mettere le scuole nelle condizioni di poter offrire alimenti sani agli scolari, rendendo questo cibo familiare ai bambini. E’ chiaro che se un piccolo mangia cibo spazzatura a casa non si adeguerà facilmente ad una proposta molto diversa a scuola e le scuole si troverebbero a dover affrontare enormi sprechi di cibo. Se invece tra le mura domestiche la proposta alimentare è più salutare questo rischio si riduce drasticamente e le scuole sono facilitate. D’altra parte la scuola, nelle sue vesti di istituzione educativa, dovrebbe farsi promotrice lei stessa per prima di questi cambiamenti, anche nelle famiglie ove sono più lenti e difficoltosi. In molte scuole si stanno facendo dei grandi passi avanti, ma fino a che le famiglie non aumenteranno le proprie conoscenze in tema di alimentazione e di nutrizione infantile, finché le scuole non capiranno il valore educativo che dovrebbero rivestire anche in questo settore e finché i piccoli non verranno educati all’importanza di un’alimentazione corretta, le cose non penso miglioreranno nemmeno sulle tavole delle mense scolastiche.
Quali sono le maggiori problematiche relative alla nutrizione e all’educazione alimentare che si riscontrano nelle famiglie?
Purtroppo ad oggi le famiglie non concepiscono la dieta come un’impostazione alimentare sana ed equilibrata, prezioso strumento per la salute dei bambini di oggi e degli adulti di domani, ma ahimè come un regime restrittivo da intraprendere solo in caso di sovrappeso del proprio figlio. Di conseguenza pensiamo che un bambino che non ha problemi di peso possa mangiare di tutto, compresi cibi tutt’altro che salutari. Il problema ha radici ancor più profonde, in quanto lo svezzamento tradizionale abitua i bambini ad un’alimentazione estremamente monotona, fatta di mesi e mesi di minestrine con omogenizzati di carne, formaggini e parmigiano. Questa modalità di svezzamento li abitua altresì ai sapori estremamente dolci dei biscotti, degli yogurt e dei prodotti “per l’infanzia”. Le abitudini instaurate precocemente si sa sono le più difficili da eradicare…ed ecco che onde evitare malcontento, “capricci”, litigi a tavola e digiuni, i genitori si sentono poi costretti ad assecondare le richieste del bambino e iniziano a portare in tavola solo ciò che il piccolo gradisce, ovvero pasta, carne e quanto di più sfizioso l’industria alimentare proponga, come patatine, spinacine, sofficini, sottilette, prosciutto e cordon bleau. Così la stragrande maggioranza dei bambini di oggi non fa che “nutrirsi” di pasta bianca, pane raffinato, carne, dolciumi e cibi industriali, gustosi, facili e veloci da preparare! Pensiamo all’enorme contraddizione del latte materno che continua ad essere considerato un vizio da togliere al bambino il prima possibile! A quattro o cinque mesi sostituiamo velocemente il latte di mamma con le pappe e con il latte di proseguimento senza renderci conto che stiamo togliendo a nostro figlio il preziosissimo latte che la natura ha studiato per lui, per offrirgli invece il latte che l’industria alimentare ha realizzato per lui, adattando alle esigenze del cucciolo d’uomo il latte di un altro animale, ovvero quello della mucca. Che dire? Le criticità da affrontare sono tante…credo che il problema più grande sia la mancanza di cultura alimentare e di consapevolezza…le pubblicità e l’abitudine delle famiglie italiane a consumare prodotti industriali fanno il resto!
Quale importanza riveste l’autoproduzione alimentare nell’ambito di un rapporto sano e consapevole con il cibo?
Immenso. Fondamentale. Sono meravigliosi i contesti scolastici che danno la possibilità al bambino di accedere ad un piccolo orto, per vedere con i propri occhi, toccare con le proprie mani la terra e i suoi frutti, scoprirne così il processo di crescita e non solo l’aspetto, il sapore ed il colore. Stesso dicasi per il coinvolgimento in cucina: i bambini che vengono coinvolti nella preparazione dei pasti sono quasi sempre ben predisposti all’assaggio e ad una dieta più sana e meno industriale.
Quali sono i vantaggi di un’alimentazione vegetale o prevalentemente a base vegetale?
L’uomo a livello ancestrale è un raccoglitore. Lo testimoniano la nostra bocca, la nostra dentizione e il nostro apparato digerente. Di conseguenza la nostra dieta, per godere di un buono stato di salute, dovrebbe essere prevalentemente a base vegetale. Cereali integrali, legumi, semi oleosi (compresa la frutta secca), verdure e frutta sono gli alimenti più adatti all’alimentazione dell’uomo. Le proteine di origine animale creano nell’organismo alcune difficoltà, se assunte in quantità eccessive e la dieta occidentale è molto ricca di proteine animali. Sarebbe importante quindi riscoprire non solo un’alimentazione meno industriale e più casalinga, ma anche un’alimentazione più ricca di alimenti vegetali, maggiormente rispondente alle nostre esigenze, in altre parole più naturale.
Cara Veronica, un’ultima breve domanda. Se dico “lentezza”, a cosa pensi e cosa provi?
Penso al passo lento delle donne d’Africa, con i cuccioli nel kanga, un secchio d’acqua sulla testa, i piedi nudi e tanta strada da fare per raggiungere casa, con i giorni scanditi al ritmo di un meraviglioso “pole pole” (“pian piano”) che così faticosamente mi aveva conquistata, ma che poi al mio rientro non riuscivo più a lasciare andare…e l’emozione nel ricordare la mia Mama Africa è sempre immensa. Grazie Valentina per avermela fatta rivivere anche con questa intervista!