Spegniamo la tv e accendiamo il cervello: l’associazione d’idee come gioco creativo ed educativo da fare con i nostri figli.
Quello che gli strateghi del marketing chiamano brain storming, il gioco dell’associazione d’idee, è una forma di dialogo creativo che si può mettere in moto con i nostri figli già dai tre anni (ma anche un po’ prima, se c’è una buona padronanza del linguaggio) e che spalanca le porte alla poesia, oltre che alla fantasia.
Che cos’è il gioco dell’associazione d’idee?
Si tratta di una catena di parole, di idee appunto, connesse tra loro da un ricordo, da un’immagine, da un colore, da una sensazione. Una catena che ai primi anelli stenta a dipanarsi…si intreccia, inciampa. Ma poi capita che da un cavolo nasca un fiore, che sul fiore arrivi un’ ape, che l’ape si nasconda nell’alveare, che l’alveare venga preso d’assalto da Winnie the Pooh, che l’orsetto ci porti dritti ad un libro…le cui pagine hanno tutta la leggerezza di una piuma, che si può usare per “fare solletico a babbo”. Risata, denti, bocca, cantare, musica…vento, foglie, libertà.
Così può accadere che da un cavolo si finisca col parlare del senso della libertà, pur non avendo di fronte un luminare della filosofia, ma un bimbetto di appena tre anni e mezzo. E allora si può restare a bocca aperta, come non ci succede ormai da anni, ascoltando questo stesso cucciolo d’uomo interpretare la libertà come possibilità di appendersi ai rami a testa in giù a mo’ di pipistrello, come la capacità di “correre a piedi nudi veloce veloce sopra una montagna e fare un tuffo dentro il mare blu”. E non possiamo non interrogarci. Qual è stata l’ultima volta che abbiamo pensato alla libertà, al valore che riveste nella nostra esistenza, alla via migliore per perseguirla?
Ma il gioco non era iniziato da un cavolo? Come può un ortaggio condurre a questioni esistenziali di tale portata?
Brain storming come associazione di idee e libertà
Ormai a casa nostra è diventato un appuntamento fisso con lo gnomo (aggiornamento 2019: con i bimbi), soprattutto nei momenti di incomprensione e di tensione. “Facciamo il gioco dell’associazione d’idee?” suona un po’ come un time out, una dichiarazione di pace, magari proprio dopo una tempesta di pianto scatenata da un no o da un non so che. E’ una proposta che viene sempre accolta con grande entusiasmo, perché è un gioco senza regole se non quella di far spaziare la mente in ogni dove, senza paletti, senza schemi.
E’ un gioco che si può fare pur essendo occupati in altre attività: la mamma impegnata in cucina o nell’orto e i bambini a disegnare o a scavar buche proprio accanto a lei. In auto, al bagno, sotto le coperte, sul divano, a passeggio, al mare. Ogni momento e ogni luogo sono giusti. Un solo consiglio: far cominciare il più giovane. Questo aumenterà non di poco la motivazione del piccolo a partecipare.
Uno degli aspetti migliori del gioco dell’associazione di idee è la divagazione.
Il poter uscire dalla catena per approfondire il significato di una parola (spesso capita che i bambini chiedano spiegazioni dettagliate sul significato di un termine e sul perché si sia pensato proprio a quel termine). Ed è qui che entra in ballo il valore educativo dell’associazione di idee. La riflessione che spesso segue ad una parole e alla sua spiegazione, apre finestre su mondi inesplorati, su discorsi che forse non si ha mai avuto l’occasione di affrontare, che possono spaziare fra tantissime discipline e tematiche. Sul termine “acquazzone”, per esempio, è nato un dialogo molto costruttivo fra me e Attilio. Voleva sapere che differenza vi fosse tra un acquazzone e un temporale, e piano piano siamo scivolati sul perché spesso la luce dei lampi illumini il cielo prima che i tuoni arrivino alle nostre orecchie. In men che non si dica ti sorprendi a parlare della velocità del suono e della luce e ti accorgi che i due occhioni di fronte a te stanno già formulando un’altra domanda. “Ma allora si muove tutto, mamma? Anche il cielo si muove? Anche le nuvole? Anche la luna?”.
E’ grazie a questo gioco che Attilio spiega con orgoglio ai nonni che il sole è una stella gigante, una palla di fuoco enorme che sta lontanissima da noi ma che ci scalda coi suoi raggi potentissimi. E che i pannelli fotovoltaici servono a catturare la luce del sole per trasformarla in energia pulita che potrà essere utilizzata dalla lavatrice, dal computer o dallo stereo.
L’associazione di idee come gioco d’apprendimento e nutrimento del linguaggio.
A volte mi sono trovata a dover rispondere a quesiti e perplessità che io stessa non sapevo risolvere all’istante…e mi sono anche sentita in imbarazzo. Ma, per fortuna, i bambini non danno nulla per scontato e sono dotati di quella naturale predisposizione all’accoglienza che li rende capaci di accettare di buon grado un: “Non ne sono sicura, poi cerchiamo insieme”. Sciogliere un nodo attingendo a libri, racconti di nonni e zii e vicini di casa, internet, soffitta, cassetti o fotografie può rivelarsi un’esperienza fantastica e sicuramente costruttiva sia per noi adulti che per i piccoletti in questione.
Si familiarizza, così, con l’importanza dell’attesa e del meditare sui problemi: non tutto può essere immediato.
Quando poi si è in tanti a partecipare al girotondo dell’associazione di idee, si entra in un gioco che va sempre più assomigliando ad una staffetta, intesa proprio come simbolo di cooperazione. L’unione delle forze per percorrere un lungo cammino, che ci porti tutti sempre più in là, oltre i limiti del pensiero comune, verso universi di parole inaspettate e dimenticate. Ogni partecipante è un’occasione in più di apprendimento e creatività, un valore aggiunto, un ulteriore stimolo a palesare il vocabolario sedimentato nella memoria del bambino, che magari giace lì assopito per mancanza di momenti di conversazione (vista, purtroppo, la massiccia presenza di schermi e cuffiette nella loro/nostra vita). Largo ai sinonimi, ai contrari, agli opposti, ai simili…rendiamo omaggio alla lingua, qualunque essa sia, diamole l’importanza che merita e lo spazio che le spetta! I nostri bambini ci stupiranno per la loro capacità di assimilare, consapevolizzare e usare nuovi significati in discorsi futuri.
Un gioco zero waste
Non dimentichiamoci, infine, del valore educativo intrinseco di giochi come questo, a impatto zero sull’ambiente che ci ospita, ma dall’impronta evidente sul sentiero di crescita di figli e genitori. Il divertimento e l’apprendimento non sono fatti di sole plastica e carta!
Daria
Ogni tanto mi ritrovo anch’io in “discussioni” simili con le bimbe… mi piace ascoltare i loro collegamenti mentali, spesso per noi senza logica, ma che in realtà seguono un sentire assolutamente diverso e personale. Bello che per voi sia un momento quotidiano e anche un modo per superare i momenti critici. Ci proverò anch’io! 😉
naturalentamente
E’ un asso nella manica che tiro fuori all’occorrenza e sembra avere sempre buoni effetti calmanti! 😉
Aga
Bellissimo questo post Vale, sono la tua ammiratrice sempre di più; sia per il modo di scrivere che per il modo di fare. Mi piace un sacco e di certo tornerò a leggerlo quando Anastasia sarà pronta per questo tipo di attività.
Bravissima!
naturalentamente
Grazie, tesoro! Un bacio
Alice
Condivido in pieno ogni parola, il brainstorming è la tecnica che anche io ho sperimentato in una breve esperienza di insegnamento alla scuola media e non c’è niente di meglio per coinvolgere i ragazzi e renderli consapevoli delle proprie capacità, rompendo quella credenza ed abitudine secondo la quale l’insegnante sa tutto e i ragazzi devono assorbire ciò che dice come fossero spugne…inoltre in questo modo si arriva a discutere di ciò che ai ragazzi interessa veramente, cosa che penso sia molto importante.
naturalentamente
Già! Poi, a seconda dell’età, si possono esplorare territori sempre nuovi e scoprire circuiti logici che ci sembrano improbabili ma che sono in realtà pieni di interessanti sfaccettature. 🙂
Robi
Ti adoro
naturalentamente
Addirittura!!! 😀 Che tesora che sei!