Mai smetterò di ripetermi e di ripetere che i bambini sono i nostri maestri zen.
Proprio così! Noi genitori siamo i discepoli sfiduciati ed increduli, legati alla razionalità, vincolati al tempo e alla logica matematica. E loro, puri e incontaminati, senza tabù, liberi dai recinti del “Bisogna!” e del “Si deve!” dispensano perle di saggezza che spesso passano inosservate. Frasi, risposte, commenti di una tale fine intelligenza e filosofica arguzia da lasciare impietrito il più vispo dei genitori. Lezioni di vita che ci perdiamo sotto il naso per la fretta (sempre lei, la mascalzona!!) o la stanchezza, ma che invece meriterebbero delle profonde riflessioni da parte nostra.
Con questo post voglio semplicemente rendere indelebili alcuni degli insegnamenti elargiti en passant dal mio maestro zen Attilio. Ovvero, lo specchio severo di tutti i miei difetti, che non me ne fa passare liscia una! 🙂
“Mamma, per favore stai tranquilla. Tranquilla, Vale, così sei più bella!”
“Mamma, è tardi, lo so…ma mica possiamo correre!!” (ovvero, “quando hai fretta, cammina lentamente”)
“Mamma, ma la smetti di lavare i piatti?! Fuori c’è il sole: quando c’è il sole si sta all’aria aperta!”
“Vale, non ti arrabbiare. I bambini piccoli sono così: piangono e fanno i capricci e vogliono sempre la tetta. Perché sono piccoli!”
“Mamma, ma se ti sei persa il telefono non ti preoccupare: io sono un elfo, te lo trovo io!” (le vie della positività sono infinite!!)
“La scuola mi piace, ma solo un po’. Io voglio stare libero come un uccellino!” (chettelodicoaffare?!)
“Dormiamo tutti insieme, almeno quando mi sveglio posso vedere babbo e mamma e Elena vicino a me!”
“Noi siamo una famiglia proprio bella, mamma! Giochiamo e facciamo gli scherzetti e siamo anche vegani, così gli animali non muoiono!”
“Non mi importa se si è rotto! Tanto era solo un giocattolo.” (come praticare il non attaccamento)
“Sei proprio bella quando fai yoga, mamma. Tu fai la posizione dell’albero e io ho inventato la posizione dell’erba: sto sdraiato per terra e aspetto, in silenzio, come l’erba!” (amoredimamma!!)
“Senza che ci arrabbiamo, io ti do un bacetto e tu ti calmi.” (basta poco!!)
“Possiamo anche fare finta che le scarpe non esistono e camminare sempre scalzi. E’ meglio, mi sa!!”
Ma queste sono solo delle briciole in confronto a ciò che riceviamo ogni giorno in termini di amore e pazienza dai nostri figli. Ogni genitore lo sa…
Ricordiamoci di ringraziare i nostri saggi maestri zen e di custodire i loro insegnamenti con cura e devozione.
Proviamo a pensare che ogni pianto, ogni “capriccio”, ogni rifiuto, ogni piano andato a monte, ogni fuori-programma altro non sono che occasioni di crescita per noi! Cogliamole al volo per far pratica di saggezza, equilibrio e lungimiranza.
Nan-in, un maestro giapponese dell’era Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.
Na-in servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare.
Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi. “E’ ricolma. Non ce n’entra più!”
“Come questa tazza,” disse Nan-in “ tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?”Una tazza di tè, 101 storie zen ( a cura di Nyogen Senzaki e Paul Reps, ed. Adelphi)