5 novembre, nove mesi di noi. Di vita con te fuori dall’utero.
Nove mesi di altissimo contatto, di allattamento a richiesta sia di giorno che di notte, di ascolto, di lentezza, di empatia, di coccole pelle a pelle, di sonno condiviso, di sguardi e carezze, di nuove emozioni e di scoperte per tutti noi che ti accompagniamo in questo viaggio.
Nove mesi di esogestazione: di gestazione fuori dall’utero, vissuta cuore a cuore, fra braccia e baci. Perché i primi nove mesi di vita nel mondo sono la continuazione di quell’esistenza protetta ed ovattata nella dimensione liquida intrauterina. Ecco perché in questo periodo i nostri cuccioli hanno bisogno dell’odore e del calore della mamma costantemente, vogliono essere presi in braccio, dormirci addosso, desiderano essere allattati spesso sia di giorno che di notte. E’ la loro natura, è un comportamento fisiologico che risponde alle leggi primordiali del nostro essere mammiferi.
Con l’avvicinarsi del nono mese di vita, e quindi della fine del periodo di esogestazione, questi comportamenti si amplificano: sembra che i nostri piccoli, anziché crescere, regrediscano alle prime settimane da neonati. Sempre più risvegli notturni, sempre più richiesta di attenzioni e di contatto fisico, sempre più poppate. E’ proprio il momento che coincide, il più delle volte, con lo spuntare dei primi dentini, con l’inizio dello svezzamento e del movimento autonomo.
Intorno ai nove mesi il cucciolo d’uomo realizza di essere un individuo indipendente dalla mamma, di essere “altro”. Inizia ad esplorare il mondo (anche) senza il filtro materno e, se da una parte questo lo eccita e lo gratifica, dall’altra può destabilizzarlo e creare in lui smarrimento ed insicurezza. Ecco allora che il ritorno al nido e al grembo di mamma diviene fondamentale per il suo sviluppo, per una crescita armoniosa. Più si allontana dal luogo in cui si sente protetto ed accolto per spingersi in esplorazioni sensoriali ed emotive, più avrà bisogno di conforto e conferme.
Molte mamme mi scrivono chiedendosi come mai con l’inizio dello svezzamento i propri bimbi chiedano più spesso il seno, anche nel sonno. Alcune pensano che il cibo che danno non sia sufficiente e che i bimbi abbiano fame, altre sospettano di non avere più una produzione di latte sufficiente. Come se non bastassero le legittime perplessità di una mamma, ci si mettono cert* pediatr* poco illuminat* con discorsi del tipo “Se non finisce la pappa, neghi il seno, così avrà fame ed imparerà a mangiare” o “A 9 mesi ormai il latte non è più nutriente, ci vuole il latte di crescita: vedrà che non si sveglierà più di notte” (testimonianze di mamme che mi hanno raccontato la loro esperienza).
Io non sono certo un medico e nemmeno un’esperta di maternage: ma sono una mamma con tre bambini cresciuti ad alto contatto e credo che condividere la mia-nostra esperienza qui possa essere di aiuto e conforto ad altre mamme.
Alla luce di ciò che ho vissuto e che mi ritrovo a vivere per la terza volta nell’arco di sei anni, posso affermare che il periodo che va dai 7 ai 9 mesi è un momento particolarmente prezioso nella crescita di un cucciolo e di una mamma. Il periodo in cui, gradualmente, entrambi imparano a vivere il distacco in maniera positiva, non come separazione ma come opportunità.
E’ molto importante che questo momento venga vissuto con la dovuta calma, senza forzature, senza scadenze. Certo, le imposizioni della nostra società adultocentrica non aiutano (vedi rientro a lavoro delle mamme troppo presto), ma noi possiamo fare molto per rispettare la nostra natura di mammifere protettrici e custodi. Non si tratta di essere possessive, apprensive, gelose, bensì di dare la possibilità ai nostri figli di sviluppare una personalità salda, una identità chiara e sicura, la libertà (ovvero, il diritto) di vivere a misura di bambino.
Guardo Stella e trovo risposta a tante domande che ancora, nonostante le esperienze con gli altri due figli, mi sorprendo a farmi. QUI ho parlato di come fosse difficile gestire l’irrequietezza della nostra piccolina qualche settimana fa. I primi dentini che fanno capolino (siamo a quota 6); gli scatti di crescita; i continui stimoli della fratello e della sorella, grande fonte di arricchimento per lei, ma anche di frustrazione; i primi tentativi di “gattonaggio”. In tutti i modi Stella, con la competenza innata tipica di ogni cucciolo, ci stava facendo capire che era entrata a pie’ pari nella fase finale dell’esogestazione. “Mamma, sto per uscire dalla bolla magica che mi ha protetta e scaldata fuori dalla tua pancia, sto per tuffarmi nel mondo, ma tu continua a tenermi stretta la mano!”
E’ come se i nostri figli fossero legati a noi con un lungo elastico invisibile: ad ogni tentativo di autonomo allontanamento dal nido segue un ritorno e, tanto più il salto nel nel nuovo è audace, quanto più intensa sarà la ricerca di protezione e conferma affettiva.
Questa dinamica è applicabile anche allo svezzamento: con l’aumentare degli assaggi e delle scoperte di sapori e consistenze nuovi aumenterà la richiesta del latte materno, specialmente di notte, quando ognuno di noi (quindi, a maggior ragione un cucciolo) è più vulnerabile. Il sonno per un bambino è un’esperienza ignota, densa di mistero. Continuerà ad esserlo per un bel po’ (fino ai 4-5-6…? anni), ma in questo specifico momento della vita lo è in particolar modo. Se di giorno i nostri piccoli sono impegnati ad esperire la realtà che li circonda in prima persona, nella pienezza dei loro cinque sensi, sentendosi partecipi della vita come individui separati dall’entità “mamma”, di notte vengono catapultati all’improvviso in un mondo sul quale sentono di non avere il controllo, insolitamente silenzioso, inaspettatamente impalpabile. Allora cercano rifugio e sicurezza nel seno della mamma, in quel nettare dolcissimo che nutre il corpo e solleva lo spirito. E’ fame…fame di vicinanza e condivisione e amore.
Non definiamoli viziati, non chiamiamoli mammoni. Sono cuccioli, solo cuccioli. E a 9 mesi un cucciolo d’uomo viene al mondo per la seconda volta . La fine di quel periodo chiamato esogestazione segna l’ingresso nel vasto universo della vita come essere separato da colei è stata sorgente di vita fino a quel momento. Accogliamo le richieste dei nostri bimbi come bisogni e non come capricci. Prendiamo atto che è solo una fase e che la fatica di attraversarla sarà ben presto ripagata col sorriso fiero di chi è sicuro di se stesso.
La pazienza e la presenza in questa delicata epoca di crescita sono doni di inestimabile valore che abbiamo l’occasione di offrire ai nostri figli. Occasione che mai più nella vita avremo. Cogliamola, onoriamola! Siamo grate alle ore di sonno perso per allattare e coccolare; ai pasti cucinati con i nostri figli in braccio; alle giornate in cui mamma, mamma e ancora e solo mamma può consolare ed accudire. Il tempo speso nell’accompagnamento alla crescita dei nostri cuccioli è ricchezza per la loro vita e per la nostra. E’ tempo che tesse ricordi indelebili e tenerissimi che ci accompagneranno nei giorni in cui dovremo essere noi a chieder loro un abbraccio.
Noi affrontiamo questo momento con l’aiuto insostituibile dei supporti per portare (fascia elastica, nei primi mesi; ad anelli e lunga rigida dal quarto mese; mei tai e marsupio ergonomico) cuore a cuore, sul fianco e sulla schiena ed aiutando Stella a fare da sola a tavola, nel gioco, nelle esplorazioni. Ci sono giornate molto impegnative, in cui ci si ritrova il pavimento imbrattato a causa dell’autosvezzamento (a breve un post sullo svezzamento naturale!!), il salotto a soqquadro e il contenuto di tutti i cassetti più bassi sparso ovunque; in cui si trascorrono ore ed ore con quasi 10 kg in braccio o con le tette all’aria. Ma quelle giornate passeranno e le ricorderemo con nostalgia. Teniamocele strette!
Stefania
Nn avrei saputo esprimermi meglio. Quanta verita’, quanta saggezza , quanta dolcezza ,quanta meraviglia cara vale. Da mamma ad alto contatto ti ringrazio per avere trattato l’argomento dell’ esogestazione ..a molti, ancora a troppi , sconosciuto o ancora peggio, sottovalutato o criticato. Se hai bisogno di una testimonianza , puoi contare su di me. Peace amica mia xx
naturalentamente
Grazie, tesoro, un abbraccio *
Stefania
❤
Erika Fiaschi
Grazie anch’ io vivo questo momento particolare
Naturalentamente
Ciao Erika, benvenuta!
Erika Fiaschi
Sto finendo questo fantastico periodo pieno di amore e cure
Naturalentamente
Ciao, Erika!
Ogni fine è un nuovo inizio. nuove meravigliose ciclicità vi attendono. Un abbraccio
Silvia
Ciao! Bellissimo articolo. Io sto vivendo questo momento forse pocoal top….il mio bimbo (poco dormiente di giorno di suo da sempre!) aveva acquisito dai 6 mesi e mezzo un ritmo favoloso di due ore di sonno pomeridiane e spesso una buona mezz’ora la mattina….a 8 mesi e mezzo non ne vuole più sapere, lo fa solo nel marsupio e fin qui niente di male anzi me lo coccolo tutto, ma spesso nemmeno più lì e anzi nonostante il super sonno vuole resistere con conseguente sua irritabilità e nervosismo. Io gli sto vicino, lo accolgo, ma a volte é molto pesante sigh 🙁
Naturalentamente
Cara Silvia, benvenuta!
Ti capisco e, prima di ogni altra cosa, ti mando un abbraccio solidale.
Ricordo il mio primogenito, Attilio, che intorno ai 7-8 mesi, complice la dentizione, si svegliava anche 12 volte la notte e non è stato per niente semplice. Non c’è altro da dire se non che si tratta di una fase che, come un’onda, arriverà al suo culmine per poi scemare ed avviarsi al sua naturale conclusione.
Nel frattempo, sappi che non sei sola e che sia il portare sia l’ascolto offertogli sono due grandi doni di amore.
A presto, cara!
Silvia
Grazie mille! Le tue parole mi hanno molto confortato e rasserenato. A volte “la solitudine” delle mamme aggrava un po’ il tutto. Un abbraccio immenso
Naturalentamente
Naturalentamente è nato anche per questo motivo.
Conserverai dolci ricordi di questi mesi, vedrai.
A presto!
Claudia
Grazie per il bellissimo articolo. Condivido al 100% il tuo pensiero. La mia Azzurra compie 9 mesi il 26 dicembre e
son così stufa di sentirmi dire dalle amiche (che han già 2 figli) che non ha senso allattare ancora… Lo trovo disumano! Siamo mammiferi santo cielo! E bimbi sereni e felici (quinfi coccolati) oggi saranno uomini e donne “buoni” (passatemi il termine semplicistico) in futuro.
Grazie di cuore per le parole, sono state proprio di conforto ora che la piccola inizia a “non saper quel che vuole”, perché è quella la sensazione che ho.. Come se fosse regredita. Ma ora affronterò questa fine di esogestazione con più coraggio e semplicità, perché credo che siamo noi adulti molto spesso a complicare le cose, purtroppo incitati da uno stile di vita sempre meno umano. I bambini sono i veri maestri di vita, con la loro empatia e istintività.
Buone Feste! ❤️
Naturalentamente
Hai proprio ragione, Claudia! noi adulti sappiamo sempre come complicarci la vita! Segui il tuo istinto mammifero e non ti sbaglierai. Un abbraccio, Valentina