Un paio di lettrici mi hanno scritto di come i miei post sempre positivi, che sprizzano lentezza, allegria e zero problemi possano sembrare fastidiosi e dare l’impressione che io sia perfetta, irritando quelle donne e mamme che si sentono inadeguate, stanche o anche solo “normali”.
Premesso che non mi par proprio che in ciò che scrivo (sia qui, che su fb o su ig) io metta solo felicità, rose e cuoricini, ma che anzi tenda a condividere anche le problematiche nella gestione di una famiglia numerosa, i dubbi e le fatiche di una genitorialità ad alto contatto & co. , colgo al balzo la palla lanciata dalle #stormoms per mettere in tavola le mie carte nere, togliendomi la maschera del web che rende tutto ovattato e meraviglioso.
#vialamaschera, è Carnevale!! 😛
Questo blog è nato con l’intento di essere uno spazio di confronto onesto e limpido, di condivisione per la crescita ed il cambiamento. Il 16 febbraio ha compiuto 3 anni ed io non li ho nemmeno “festeggiati” con un post…avrei dovuto farlo, forse, viste le tante belle scoperte che grazie a Naturalentamente ho fatto in questi anni. Incontri reali e non solo virtuali con persone meravigliose, innumerevoli ispirazioni per una vita sempre più in decrescita, tanti altri blog affini per idee ed ideali. Ma i festeggiamenti “comandati” non sono mai stati il mio forte.
Ed ecco che comincia a cadere la maschera della “donna perfetta” che non sono.
Le feste da calendario mi mettono l’ansia. Quelle di Natale, quelle di compleanno, quelle di paese, Carnevale. La confusione, troppi sorrisi tutti insieme, troppi occhi tutti insieme, troppe aspettative…mi sento sovrastata. Da quando sono mamma sto migliorando, comunque, almeno per quanto riguarda i compleanni dei miei figli, che amo festeggiare, ma sempre con un po’ di prurito sotto ai piedi. 😀 Le uniche occasioni in cui mi sento proprio a mio agio sono le cene ed i pranzi con amici e parenti (anche tanti…cucinare per tutti è una cosa che mi distende ed appaga) senza celebrazioni particolari attorno. Ah, ora che ci penso, anche la festa del nostro matrimonio (il racconto QUI, per chi se lo fosse perso!) mi ha vista piuttosto scialla…ma forse è stato merito del prosecco ( e della birra!). 😉
La donna perfetta è quella sempre sorridente, che non ha mai nessun problema, che vive sull’onda delle bòtte di culo. Ehm…state parlando di me? Mi sa di no…
E cade un altro pezzo di maschera della “donna perfetta” che non sono.
Di mio sono sempre stata uno spirito irruente, focoso, tutto istinto e poca razionalità. Facile ai battibecchi, sensibile alle provocazioni-scintille e anche un po’ vendicativa, da buono scorpione. Di nuovo, con la maternità-maturità sono migliorata, prendo tutto con più leggerezza, non mi abbatto per i problemi che non posso risolvere né mi angustio per quelli ai quali penso possa esistere una soluzione. Ormai non mi lascio più coinvolgere in litigi selvaggi, tendo sempre al pensiero positivo (che va allenato costantemente, eh, anche se in buona parte alberga in me come attitudine innata), ma non sono tutta Om Shanti Shanti Shanti 24 ore su 24, 7 giorni a settimana. Capita che chiuda il telefono in faccia a mio marito o a mia madre perché mi si stanno alzando i fumi dallo stomaco annebbiandomi il cervello; mi succede di cader vittima di lamentele sciocche che so benissimo di poter evitare, ma che sul momento mi strizzano l’occhiolino e mi seducono irrimediabilmente. Mi lamento per per il posto in cui vivo, perché vorrei intorno a me una natura più rigogliosa e meno viziata dall’uomo; mi lamento perché la scuola pubblica a volte fa venir voglia di sbattere la testa contro il muro; mi lamento perché la discriminazione è sempre dietro l’angolo; mi lamento perché le piante grasse sono morte sotto la neve; mi lamento perché Stella ha strappato le pagine del libro che stavo leggendo; mi lamento perché dormo a porzioni di mezz’ora; mi lamento perché sto invecchiando ed il mio viso lo grida senza ritegno; mi lamento perché vorrei andare a Parigi ma forse dovrò aspettare ancora 10 anni, o la prossima vita; mi lamento perché ho carbonizzato la cena…
Se poi da quello che scrivo e dalle foto che condivido sembra che la mia vita sia una favola, è perché ho smesso di farmi influenzare dai desideri di ciò che non ho e mi riempio il cuore della meraviglia che ho sotto il naso. Cominciare a fare la lista delle cose belle che abbiamo nella nostra vita è già un buon passo per non dover dipendere dalle fortune del caso (che poi il caso nemmeno esiste!). Rendere grazie per le piccole benedizioni che rallegrano i nostri giorni, per le gocce di ordinaria gioia che ci inumidiscono gli occhi e che forse proprio per questo non riusciamo a vedere bene.
Ci sono giorni che vorrei dimenticare, giorni in cui vorrei sparire su un’isola deserta…anzi, no, sul cucuzzolo di una montagna. Ci sono giorni di cacca, come i tre appena trascorsi, in cui un ingorgo mammario con ascesso al seguito mi ha costretta a letto per 48 ore, impossibilitata a fare qualunque cosa per il dolore e la spossatezza ed il trauma (fisico e psicologico) che tutto questo comporta. Chi ci è passata sa di cosa parlo. Ma, per l’ennesima volta, prendo tutto dal verso buono: ne esco con un bagaglio di conoscenza del mio corpo notevolmente arricchito, con una forza di volontà rinvigorita, con una coesione familiare ancor più solida.
“Da che punto guardi il mondo tutto dipende”, cantava qualcuno…
C’è poi chi mi scrive “Ma come fai a fare tutto?”, “Ma come fai ad essere così organizzata?”. Semplice: non faccio tutto e non sono organizzata! 😛
E cade un altro pezzo di maschera della “donna perfetta” che non sono.
Chi mi conosce sa che sono caotica, smemorata, approssimativa, leggera (non superficiale). Non ho intolleranze alimentari, ma tante elementari intolleranze: agli orologi, alle tabelle, ai menu settimanali, agli impegni a lungo termine, ai conti, alle liste della spesa, agli abbonamenti. Dimentico continuamente in giro il mio telefono dell’anteguerra, non ho idea di dove possa averlo lasciato l’ultima volta e intanto lui si scarica e rimane spento per giorni, settimane, finché, quando meno me lo aspetto salta fuori. Ma, a quel punto, mi cade in una pozzanghera in mezzo al campo e ci mette 2 settimane per riprendersi.
Ci sono giorni in cui mi dedico alla cucina con impegno e creatività e sono gli stessi giorni in cui nel box doccia si erge una montagna di pannolini poco profumati da lavare.
Ci sono giorni in cui mi dedico al lavaggio dei pannolini e dei chili di vestiti sporchi che producono 3 bambini campagnoli e sono gli stessi giorni in cui nel piatto regna la semplicità più disarmante: riso integrale o patate lesse, una verdura cruda (anche un finocchio fatto a spicchi va bene), una verdura cotta (anche dei cavolini di Bruxelles cotti 10 minuti in acqua bollente vanno bene), un legume (anche delle frittelle di farina di ceci velocissime da preparare vanno bene) e amen. Ma anche un panino con crema di tofu, pomodori secchi ed insalata è una possibilità ben accolta dalla truppa! 😉
Ci sono giorni in cui preparo crostatine, ciambelloni e biscotti per le merende a scuola dei bambini, altri giorni che metto loro nello zaino una mela e un pacchetto di crackers.
Mi sono liberata delle mie smanie di perfezionismo, e per questo non smetterò mai di ringraziare Patrizia, una donna saggia, terrena ma spirituale allo stesso tempo, mamma e donna dalle braccia fortissime e dal sorriso generoso, naturopata competente e dalla sensibilità sopraffine.
Ci sono giorni (o forse dovrei dire settimane?) in cui il copridivano ospita cose inenarrabili, ma siccome fuori c’è un bel sole e noi non vogliamo sprecarlo, ce ne freghiamo del copridivano e della sua sporcizia annessa per andarcene a passeggiare, ad oziare, a guardare l’orto e a fantasticare sulla prossima stagione, a lanciare sassi nello stagno o a starcene fermi zitti zitti per scovare qualche rana saltare fra i giunchi.
Ci sono giorni in cui decido di caricare tutte e tre le tenere canaglie in auto e di fare venti chilometri per portarli nel loro parco giochi preferito, in mezzo a tantissimi alberi, e dal quale ci congederemo tassativamente con due sporte di legnetti e/o sassi e/o foglie che sulla via del ritorno verranno tassativamente disseminati nell’auto che babbo, dopo 365 giorni, si era deciso a lavare proprio il giorno prima. Sì, perché per me l’auto potrebbe restare lercia a vita, come i vetri delle finestre. Sono cose che proprio non fanno parte della mia forma mentis: non sono stata mandata su questa Terra per spendere un solo secondo della mia vita a pulire un’automobile o un vetro pieno di manate. Ma arriva in mio soccorso la legge della compensazione: queste faccende risultano rilassanti al mio consorte, che le prende come spunti meditativi…di tanto in tanto (perché, anche lui, preferisce far altro, tipo suonare la chitarra o scrivere poesie).
Ci si prende poco sul serio, ma lo si fa con grande consapevolezza.
E poi c’è la grande e magica carta da giocarsi, l’asso nella manica che rattoppa le situazioni disperate: chiedere aiuto quando si pensa non riuscire più a gestire con serenità le cose. Inutile mettere in subbuglio l’umore di tutta la tribù per la testardaggine di voler fare tutto da sola, senza delegare niente a nessuno.
E cade un altro pezzo di maschera della “donna perfetta” che non sono.
Ho imparato a delegare. E stavolta il mio grazie va ad Emanuela, osterica-angelo sapiente e determinata, mamma dolcissima, donna leonessa, sorella di cuore.
Delegare per non impazzire. Delegare cosa?
Un pasto, un bucato, un pomeriggio con i bambini…così, anche solo per avere due ore per fare niente, per stare sola con me stessa o con mio marito. Non abbiamo la tv, ma abbiamo il grande privilegio di avere dei nonni molto sprint che ci seguono e rispettano nelle nostre scelte ed accettiamo volentieri il loro aiuto.
Accetto che per la cena di sabato sia mia suocera a preparare le chiacchiere, perché io avrò da cucinare per 14 persone e non posso arrivare esaurita a tavola.
Accetto che nel cambio di stagione mia madre venga a prelevare le trapunte dei nostri letti e le lavi alla lavanderia automatica vicino casa sua, perché a lei fa piacere farlo e a me toglie un gran bell’ impiccio.
Sono felice che di tanto in tanto i nonni vadano a prendere i bambini a scuola o ci invitino a pranzo o a cena, perché in quei giorni mi sento come in vacanza, anche se in realtà la mia giornata è cambiata solo di una virgola.
Sono grata per il tessuto generazionale a trame fitte che abbiamo alle spalle e che in certi momenti della vita risulta indispensabile: dopo il parto, soprattutto se si sceglie la nascita a domicilio; in caso di malattia o assenza della sottoscritta; per far sentire i bambini sempre al sicuro, anche quando noi genitori ci sentiamo due stracci da buttare.
Ora che la maschera della “donna perfetta” che qualcuno mi ha cucito addosso si è strappata, lasciando scoperto il mio vero volto di donna un po’ bambina che va avanti a passo lento, senza troppe aspettative, che desidera nulla più dell’essenziale e che sceglie ogni giorno ciò che ha già, tiro un bel sospiro e vado a letto. Con un po’ di giocattoli sparsi sul pavimento del salotto, col tavolo della cucina pieno di fumetti e una pila di vestiti da sistemare nell’armadio…ma rimando a domani, perché stasera ho deciso di scrivere questo post, e di fare le ore piccole, ora che sono convalescente, non ne ho punto voglia.
elisa
Cara Valentina ti ho scoperto da poco e devo dire che di te e delle tue foto su ig mi è piaciuto proprio la spontaneità. E’ una vita reale che traspare. Con le sue difficoltà certo, ma consapevole dei tanti doni che ci ha regalato l’universo. Sto facendo un percorso sulla gratitudine. Sì perché troppo spesso in passato mi sono ritrovata a lamentarmi, era più forte di me. In questo percorso mi sono accorta di quante persone meravigliose ho accanto, quanti momenti magici vivo ogni giorno, quante cose materiali ho che mi semplificano la vita. E ho imparato che dipende tutto dalla prospettiva in cui guardi. Scusa se mi sono dilungata….volevo solo dirti grazie…mi piace leggere il tuo blog..e credo di non averti scoperto per caso..forse fai parte anche tu del mio percorso di consapevolezza! Un abbraccio Elisa
naturalentamente
Che bel messaggio, elisa, grazie infinite!
E’ bello sapere di avere un flusso di energie “amiche” attorno che ci mettono in comunicazione con anime affini.
Ti abbraccio,
a presto.
Buona vita!
Quanto c è da imparare da te Vale! Emanuela Banchetti
Quanto c’è da imparare da te Vale! Grazie mille per esserci cosi!
naturalentamente
Manuuuuu… Vediamoci presto, mi manchi!
Alice
Ti adoro! <3
naturalentamente
Cara… Grazie! <3
Mindfulmamma
Ti seguo da poco, quindi forse non ho una visione globale del tuo lavoro, ma non mi pare proprio che tu dia l’immagine della donna perfetta per come si intende generlamente.
Mi sembri invece una donna molto “centrata”: hai le tue idee e i tuoi ideali, e lavori sodo per vivere secondo la tua natura.
naturalentamente
Queste parole mi riempiono di gioia! hai proprio colto nel segno dello spirito che mi muove!
Un abbraccio
alice
ah per fortuna allora anche tu sei normale 🙂
a parte gli scherzi ti seguo qui e su instagram molto volentieri e spesso sono stata una di quelle che ti chiedeva “come fai a far tutto” che io ne ho una sola e non arrivo! Faccio mea culpa perchè ovviamente su instagram magari uno non mette la foto della montagna dei panni da lavare o dei vetri sporchi!
Io all’inizio soffrivo molto il senso di inadeguatezza, con una bimba piccola costantemente attaccata al seno e pressoché nessun aiuto. Ora la bimba è cresciuta, va a scuola, gli aiuti mancano lo stesso ma io ho adeguato le mie aspettative alla realtà e vivo molto meglio! Soprattutto mi sono rilassata e penso che se per un giorno mia figlia fa colazione con i biscotti comprati invece della ciambella fatta i casa non succede niente, se la casa è in disordine amen. Grazie per questi spunti di riflessione!
naturalentamente
Ciao Alice! Sono felice di trovarti anche qui!
Ti abbraccio <3
Irene
Vale bellissima come sempre <3 piatti panni e vetri dovranno aspettare! i figli crescono ed anche in fretta… e la perfezione poi? non esiste!!! anche io da quando mi sono accorta di essere una lamentela continua, cerco di guardare e pensare sempre a tutto ciò di bello e positivo che abbiamo intorno… e soprattutto adeguandomi a ciò che vorrei diverso ma che non posso cambiare!!! considerando poi che mamma più serena uguale figli più sereni, e quindi mamma ancora più serena! un abbraccio, Irene. ps.a me l'ansia viene quando devo cucinare mentre il carnevale invece mi piace tantissimo!!!
naturalentamente
Vedi?! Ognuna di noi ha le sue fisse! ahahah!!!
Ti abbarccio Ire <3
Ilaria Leone
Cara Vale, prima di tutto non capisco perché a certe mamme diano fastidio le tue foto così allegre, nessuna mamma è perfetta, tutte siamo stanche, e i social descrivono sono attimi delle nostre giornate fatte da molte ore, quindi perché criticare una foto che ritirare un attimo di felicità nella tu vita! Sei stata una piacevole scoperta per me che ti ammiro sempre su Instagram, scoprire poi da questo post che sei una scorpioncina come me mi ha riempito di gioia, mi sono ritrovata perfettamente nella descrizione del tuo carattere (anime affini?) l’unica cosa su cui devo ancora lavorare sono le pulizie di casa, sento di togliere del tempo alla mia famiglia e vorrei sentirmi più leggera e tante volte lasciar perdere. Detto questo il mio pensiero su di te è sempre il solito, una donna meravigliosa piena di risorse da dare al mondo ti ammiro tanto Vale.
naturalentamente
Ciao Ilaria, benvenuta!
Grazie per il tuo bellissimo messaggio… Felice che ti arrivi un messaggio positivo da ciò che condivido. 🙂 Ti abbraccio
Elle
Se queste persone sono state gentili, nel farti notare/nel chiedere, allora ben venga questo post del dietro le quinte 😉 A me è servito per scoprire della tua festa di matrimonio, che sono andata subito a leggere e che mi è piaciuta molto, nonosta… anzi proprio perché come te non tollero bene le feste, preferisco godermi online quelle altrui, fantasticare di organizzarne una così e basta. Lo dico perché io sono quella che ogni tot ha strani attacchi di festite e organizzo una qualche cena o festa di cui sistematicamente mi pento, perché il succo della festa (incontrare persone amiche, chiacchierare ecc) mi disorienta e devo isolarmi (di solito in cucina, dove fingo di avere tutto sotto controllo). Ma ti giuro che arrivata alla tua cena di matrimonio ho pensato “questo è troppo, non ce la faccio”. Fortuna che ho letto perché era la parte più bella 🙂
Purtroppo molte persone sono talmente stanche che sperano di trovare la soluzione su internet leggendo blog di persone normali che ce la fanno, ma se la prendono se la persona non sembra più normale o se non spiega subito chiaramente come fa e qual è il segreto, e insomma non offre la suddetta soluzione chiara e semplice. Invece la soluzione è proprio lì davanti, sta proprio nel modo di prendere le cose in positivo, non è una serie di azioni ma un atteggiamento mentale! Io ho provato a usare il blog per raccontare solo fatti positivi e dimenticare gli aspetti negativi della mia vita, ma non serve (o non basta) se non si cambia anche l’atteggiamento mentale. Raccontare diventa raccontarsela e non va bene.
Il tuo atteggiamento è di esempio, al di là del numero di figli, delle scelte naturali e lente ecc, sempre si dovrebbe prendere la vita come fai tu. O cercare di prendere la vita come cerchi di fare tu (per tradurre tutto in termini umani ahahah). Grazie Vale 🙂
naturalentamente
Esatto: occorre provare a farlo! Non sempre ci si riesce, ma provarci è già un enorme passo verso la liberazione da tanti schemi opprimenti.
Sono felice che tu abbia letto anche il post del matrimonio…anzi, ora vado a rileggermelo anche io, che è da un po’ che non lo faccio e mi manca. 🙂
Baci
claudia
Invece secondo me una che scrive quelle cose sui vetri E’ PERFETTA!
e va presa come GURU!!! seguita e imitata alla perfezione!
😀 😀 😀 😀
scherzi a parte, bello questo post, che se letto attentamente fa anche capire che lamentarsi è molto meno rasserenante della gratitudine, e che invece è bellissimo cercare di scoprire in ogni giornata qualcosa di buono, anche se fosse la giornata più di cacca in assoluto (che poi vien da chiedersi: perchè poverina la cacca è sempre presa in mezzo? è una cosa tanto naturale….potremmo cambiare ogni tanto e affermare “oggi è proprio stata una giornata inquinata!”)
scusa lo sproloquio, derivato dalla lettura del menu del tuo pranzo di nozze alle 12,37 di un lunedì lavorativo….. 😉
naturalentamente
Ahahahah!!! Fantastico, il tuo punto di vista sulla cacca! Hai pienamente ragione 🙂
Un forte abbraccio e buona settimana!
Monica Violet
Grazie cara Vale per i tuoi scritti sempre preziosi, sempre pertinenti, sempre ricchi di spunti e anche di risposte.
Spero tu ora stia meglio e ti sia ripresa da quei ‘giorni balordi’ (mezza cit. 🙂
Un abbraccio xxx
naturalentamente
Sì, mi sono ripresa, anche se sono ancora un po’ provata…grazie infinite per l’affettuoso pensiero.