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Home / Lentamente pensando / …l’emozione non ha voce

…l’emozione non ha voce

2 Maggio 2016//  by Naturalentamente//  11 commenti

E poi succede che un bel mattino ti svegli ed hai perso la voce. Così, dal nulla, ti ritrovi ad emettere parole soffiate, suoni ovattati come passi sul velluto e sei costretta a parlare sottovoce, ad esprimere ogni tuo pensiero con gesti o sussurri. Perché la tua voce, che dai tanto per scontata, alla quale non porgi mai attenzione né gratitudine, di punto in bianco se ne è andata, lasciandoti di fronte ad un vastissimo orizzonte di cause possibili.

Te la prendi a ridere, perché è sabato mattina, non c’è scuola, il marito non lavora ed hai tutto il fine settimana davanti a te, da spendere in coccole e condivisione familiare. E poi ti senti in forma ed estremamente ricettiva: capisci al volo che questo è un segnale, un messaggio che non va trascurato ma, anzi, decifrato in fretta. Nonostante le temperature basse degli ultimi giorni ed il pavimento gelato, cammini a piedi nudi per mantenerti saldamente connessa alla terra e, al tempo stesso, per donare più freschezza e lucidità al pensiero. Questo ti aiuterà nella comprensione del messaggio.

The Silence, by Victor Bregeda

Ti accorgi subito che i muscoli facciali sono più attivi del solito. E ti rendi anche conto che i tuoi movimenti sono più lenti. La calma è lì, a portata di mano, anche se sul divano non c’è nemmeno un minuscolo spazio per sedersi, la cucina è immersa nel caos, in bagno c’è una montagna di pannolini da lavare, i bimbi si rincorrono per casa e  la piccola ha appena rigurgitato sulla tua maglietta pulita. Tuo marito sta suonando la chitarra e cantando l’ultima canzone, scritta qualche giorno prima. Tu sussurri qualcosa che ti è venuto in mente, con la tua voce-non voce soffiata…ma nessuno ti sente. E in un istante quella frase sussurrata ti appare in tutta la sua inutilità e quasi ti senti in imbarazzo. Pensi che, in fondo, puoi tranquillamente fare a meno di dire quella cosa, puoi goderti il tuo silenzio inondato dalle note della chitarra, dalla voce di Marco e dai suoni della casa. Capisci che il primo vantaggio dell’aver perso la voce è poterti dedicare più profondamente all’ascolto. L’ascolto degli altri, del mondo circostante e di te stessa.

Dopo qualche ora trascorsa a comunicare le tue emozioni ed i tuoi pensieri senza parlare, anche il resto della tribù si rivolge a te a voce bassa. Magicamente, anziché urlare il tuo nome dall’altra stanza, i bimbi ti si avvicinano, ti tirano per una mano, cercano il tuo sguardo e sussurrano “Mamma”, come fosse la parola più preziosa e delicata del mondo. L’atmosfera attorno a te si fa via via sempre più pacata, il tempo continua a scorrere sempre più lento, i sorrisi si fanno più morbidi ed i movimenti più ondulati, quasi scivolosi. Capisci che il secondo vantaggio dell’aver perso la voce è la tranquillità diffusa e densa.

Dopo 40 ore dal momento in cui hai scoperto di essere senza voce senti che la tua mente è insolitamente leggera, per essere alla fine di una giornata; realizzi di avere un flusso di pensieri simile a quello che si raggiunge durante la meditazione. Un flusso fluido e leggero, come un fiume, che scorre senza mai fermarsi, portandosi via detriti e rifiuti. Ti senti bene, sei in pace e ben radicata. Capisci che il terzo vantaggio dell’aver perso la voce è un senso di liberazione di libertà, che ti fa essere più facilmente presente al qui ed ora.

Tuo marito non fa che sorriderti e dirti che dovremmo imparare tutti a parlare sottovoce, almeno in casa. Ti ringrazia per questo fine settimana silenzioso, fitto di sguardi. Tu sei felice di non aver mai potuto alzar la voce per richiamare i bambini mentre si azzuffavano per un gioco o si facevano i dispetti a tavola, ma di esser comunque riuscita a richiamarli, ottenendo da loro maggiore ascolto.

Ormai il messaggio che dovevi decifrare risulta chiaro. Dopo aver trascorso alcuni giorni particolarmente impegnativi, durante i quali non sempre hai saputo essere paziente ed equilibrata o gestire le emozioni con saggezza e maturità, ecco che arriva l’occasione perfetta per riallinearsi. Tacere per re-imparare. Procedere sottovoce ed in punta di piedi per ricordarsi del valore della lentezza, dell’essenziale, della semplicità. E della calma.

D’ora in poi farò tesoro di questa lezione e della mia voce, se e quando tornerà.
Om shanti, anime belle.

 

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Categoria: Lentamente pensando

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Dida

    2 Maggio 2016 alle 8:46

    Ten thousand people, maybe more
    People talking without speaking
    People hearing without listening
    People writing songs that voices never share…
    And no one dare
    Disturb the sound of silence.

    Simon and Garfunkel.

    Considerazioni preziose

    Rispondi
    • naturalentamente

      2 Maggio 2016 alle 17:08

      Grazie, tesoro. Questa canzone mi emoziona sempre tantissimo… un abbraccio

      Rispondi
  2. Agnieszka

    2 Maggio 2016 alle 10:06

    Bella lezione, bella riflessione.
    Un bacio a tutti!
    Aga

    Rispondi
    • naturalentamente

      2 Maggio 2016 alle 17:10

      Ciao Aga cara! Felice di “vederti” da queste parti. Baci a voi

      Rispondi
  3. giovanna

    2 Maggio 2016 alle 10:55

    Beh, Bella lezione che sara utilissima anche a me!! Grazie! Un abbraccio a tutta la famiglia.

    Rispondi
    • naturalentamente

      2 Maggio 2016 alle 17:11

      Ricambio l’abbraccio formato famiglia ☺

      Rispondi
  4. stefania albertini

    2 Maggio 2016 alle 13:35

    cara vale..incredibile coincidenza o pura alchimia??… giusto ieri sera stavo guardando “eat, pray, love” in cui julia roberts per ritrovare se’ stessa , prende rifugio in un ashram indiano e , tra una meditazione e l’altra, se ne va in giro con appiccicato un adesivo “I AM IN SILENCE”. Ecco , in quel momento ho pensato a quanto averi voluto essere lei …e a quanto mi piacerebbe almeno una volta, vagare per casa con appiccicato sul petto un badge che dice “STO (intenzionalmente) IN SILENZIO” e vedere come riuscirei a relazionarmi e a gestire i miei tre piccoli monelli , la casa, le mie emozioni e quelle degli altri.. Una volta e’ capitato anche a me di rimanere senza voce..una mattina mi sono svegliata e puf! non c’era piu’. Sembravo un’anatra starnazzante asfittica e mentre i miei bambini se la ridevano di gusto, io , dopo una prima sensazione di smarrimento, mi godevo il mio magico, ovattato momento zen…con i conseguenti benefici (e vantaggi –per tutta la famiglia..)) che l’afonia puo’ portare in molte situazioni. E’ sempre bello leggerti sweet soul, e che il tuo “ascolto” sia fonte di serenita’ e ispirazione …. “the meditation room is within, decorate it”… namaste’ <3

    Rispondi
    • naturalentamente

      2 Maggio 2016 alle 17:12

      I tuoi commenti sono sempre preziosi. Grazie, tesoro :*

      Rispondi
      • stefania albertini

        2 Maggio 2016 alle 21:23

        ❤

        Rispondi
  5. Daria

    2 Maggio 2016 alle 15:21

    Grazie della condivisione… anche a me capita ogni tanto di ritrovarmi senza voce e sono sempre convinta che questo sia un segno, la necessità di reimparare ad ascoltare e ascoltarsi. Un bacio!

    Rispondi
    • naturalentamente

      2 Maggio 2016 alle 17:15

      Già…un segno forte e chiaro. E sì che sono sempre stata convita di avere delle buone doti di ascolto! Invece, evidentemente, devo proprio perfezionare 😉
      Baci a te

      Rispondi

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