L’ultima volta che ho portato i bimbi in biblioteca, Elena ha scelto due libri che si sono rivelati molto simili per intento e per messaggio. Due libri della stessa casa editrice, fra l’altro, la Nord-Sud Edizioni.
In entrambi emerge la figura del babbo in tutta la sua importanza educativa; si mette l’accento sull’irripetibile rapporto di complicità padre-figli* e si lascia da parte lo stereotipo per cui è sempre la mamma a occuparsi della nanna, del bagnetto e dell’accudimento in generale della prole.
In tutte e due le storie il focus cade sul momento conclusivo della giornata: l’ora di andare a letto.
In “Buona notte, Nilo!”, il protagonista è un piccolo ippopotamo giocherellone che non ne vuol proprio sapere di andarsene a dormire. Dopo aver finito la cena, essersi lavato i denti e fatto il bagnetto, vuole giocare a nascondino e a rincorrersi con il papà, al quale poi chiede di leggergli una storia e di cantare la sua canzone preferita insieme. Dopo tante risate e capriole, alla fine il babbo si addormenta prima di Nilo, che lo coccola ed abbraccia, lasciandosi finalmente andare anche lui alle braccia di Morfeo.
In “Quando sarò grande…”, il protagonista è Sebastiano, una tartarughina che, sebbene abbia trascorso tutto il giorno a giocare, correre e nuotare con i suoi amici, non ha ancora sonno quando scende la notte. Preferisce starsene accoccolato sull’erba con il suo babbo, godendo del calore del suo guscio, e raccontandogli i suoi sogni per il futuro. Il pompiere, il pirata gentile, il sommozzatore o il paracadutista…ma l’ultimo desiderio che esprime prima di chiudere gli occhi, stanchissimo, è di poter diventare, un giorno, proprio come il suo papà.
In entrambe le storie ci troviamo di fronte a due figure paterne molto dolci, dedite all’ascolto delle esigenze dei propri cuccioli, presenti con il corpo e con il cuore nella vita dei loro piccoli, punti di riferimento saldi per le questioni pratiche e per quelle emotive. Trovo il messaggio dei due libri assolutamente sulla stessa linea, seppur veicolato da storie e stili differenti. Se il primo libro ha illustrazioni allegre e coloratissime, il secondo ha un’atmosfera più lieve e romantica.
Ho apprezzato tanto i finali delle due storie, così simili nella loro tenerezza. Due cuccioli che cercano il calore del babbo, nel momento delicato dell’addormentamento, in cui si abbassano le difese ed emerge la voglia di vicinanza e di coccole. Due padri saggi e pazienti, amorevolmente accondiscendenti, felici di accompagnare i propri figli nel riposo notturno e di condividere con loro la fine della giornata.
Non credo che sia stato un caso se Elena ha scelto questi due libri contemporaneamente…lei ha un rapporto davvero speciale con suo padre: è pazzamente innamorata di lui, protettiva nei suoi confronti, legata a lui da una complicità unica.
Colgo questa occasione per ringraziare ancora una volta mio marito di essere un babbo tanto presente nella vita dei figli…cosa che dovrebbe essere normale e non degna di merito speciale. Ma noto nella vita quotidiana, fra le conoscenze più o meno vicine, che invece è tutt’altro che così. Padri stanchi e stressati, schivi, che hanno messo a tacere la loro anima bambina. E che, con tutta probabilità, sono stati a loro volta figli di padri poco presenti…
Leggere per e con i nostri bambini ci rende adulti migliori: più sensibili, più attenti, più disponibili. Basta poco. Ancora una volta, vale la pena rallentare, fermarsi, concedersi alcuni minuti per stare abbracciati e regalarsi uno spazio quieto in cui poter condividere sogni e fantasie. Buona lettura! Buona lentezza!
Con questo post partecipo al Venerdì del libro del blog Home Made Mamma.
Daria
Belle storie! Le cercherò: penso che anche le birbe apprezzeranno, solitamente il momento della lettura della buonanotte è gestito dal papà…
naturalentamente
Birbe fortunate… 🙂