Finalmente i campi incolti si stanno risvegliando e, dal terreno, innumerevoli erbe fanno capolino con un’infinita gamma di verdi (e non solo!), tutte grasse di vita.
Ogni piantina ha la sua unica personalità e diventa inconfondibile se ci si concede qualche minuto di umile osservazione. Perché di fronte a quei capolavori silenziosi e aggraziati occorre porsi allo stesso modo in cui si starebbe al cospetto della Gioconda. Opere d’arte d’inestimabile valore, le erbe, che ciclicamente la Natura ci dona con grande generosità.
Ieri mattina mi sono commossa di fronte ad una rosa di Radicchietto selvatico che spuntava, elegantissima, dalla terra. Era talmente bella che l’ho lasciata lì… Ma tutt’attorno, poi, io e la mia “guida” abbiamo scovato tantissimi altri cespi di radicchio, ognuno diverso dall’altro: a foglie lunghe e verdi, a foglie larghe e striate di rosso-viola, aperti come invito ad un abbraccio, chiusi e raccolti come i boccioli.
Poco più in là la Borragine, le cui foglie, dal vago sapore di cetriolo, possono consumarsi crude in insalata o a cotte a mo’ di spinaci, per contorni e ripieni. Tanto tanto Crespigno, dalle foglie spinose (anche se tenere) e arricciate, ricchissime di sali minerali, che ho usato per condire la pasta, saltate in padella con le foglie di Piantaggine (alto apporto di magnesio, potassio e vitamina K). E ancora, i Grugni (varietà di cicoria selvatica), che lessati assieme alle patate sono compagni perfetti per cresce e focacce. Poi, chi non conosce il Tarassaco? La radice amarissima stimola la secrezione della bile, mantenendo ben attivo il fegato, ed è ottima grattugiata nelle insalate.
Tutta questa abbondanza era propri lì, nel raggio di pochi metri dalla casa della mia amica, ormai eletta a “guida” per il riconoscimento delle erbe spontanee. Nei prossimi giorni andremo alla ricerca della Silena e dell’Equiseto e di chissà quali altre sorprese il campo avrà in serbo per noi.
Così, mentre i cani correvano a perdifiato su e giù tra gli ulivi e la mia piccola Elena si strusciava con la gatta Miami fra le Prataiole e le giovani piantine di Malva (come ne attendo impaziente la fioritura!!), ho presto raccolto tutto quello che mi serviva per il pranzo…e anche un po’ per la cena! E intanto, nel forno a legna, pane di farro e pan brioche cuocevano senza fretta profumando tutta la casa.
Toccare con le mani questi doni di Natura, stabilire con loro un rapporto così diretto, fa bene alla mente e allo spirito, non solo al corpo. E fa bene all’ambiente che ci ospita, troppo spesso dimenticato e trattato con sgarbo e sufficienza. La primavera che sta per arrivare ci offrirà tantissime occasioni per andare alla ri-scoperta del mondo delle erbe spontanee: facciamoci questo regalo! Felice decrescita!!
Federica Gif
Meraviglioso questo post! Grazie Vale!!! 😀
naturalentamente
Ciao, carissima! Che bello che sei passata! Grazie a te per aver lasciato un segno qui! Baci 🙂