Un paio di settimane fa sono stata invitata da un’amica a parlare della EC durante una puntata del suo programma radio TalkMama e vorrei parlarne anche qui, dato che in molte mi scrivete per sapere di cosa si tratti.
Che cos’è la EC?
EC sta per Elimination Communication (letteralmente, comunicazione dell’eliminazione), ma viene anche chiamata educazione precoce al vasino, metodo senza pannolino, natural infant hygiene (igiene naturale del bambino). E’ la più antica e naturale pratica nella cura del bambino, che vede i genitori (o chiunque si occupi dell’accudimento) rispondere ai segnali di bisogno, aiutando il piccolo a fare pipì e cacca nel wc o in altro luogo appropriato. Tale pratica primordiale è ancor oggi abitudine spontanea tra le popolazioni dei Paesi non industrializzati, in cui non si usano pannolini e si crescono i figli ad alto contatto.
Questi, infatti, sono i due pilastri sui quali poggia la EC:
- lasciare il bambino senza pannolino per quanto più tempo possibile ;
- avere uno stretto contatto con lui finché non sarà capace di spostarsi da solo, tenendolo spesso in braccio, magari in una fascia, per star tutti più comodi e rilassati.
Queste due buone abitudini permetteranno ad ogni mamma (o a chi si prende cura del bambino) di cogliere al volo i segnali di bisogno e di potervi rispondere tempestivamente. Vi starete chiedendo di quali segnali stia parlando! Tutti i bambini, proprio tutti, sin dalle prime ore di vita, comunicano attraverso il pianto, lo sguardo, le varie espressioni del viso, i movimenti del corpo, la voce i loro bisogni, siano essi legati al sonno, alla fame, alla richiesta di attenzioni o di coccole, alla necessità di fare pipì o cacca. Ogni bambino lancia i suoi segnali ed ha le sue modalità di comunicazione: spetta all’adulto che accudisce accogliere queste richieste e rispondere nel modo adeguato nell’interesse del bambino, per garantirgli uno stato di benessere psicofisico ottimale.
Nella nostra famiglia siamo testimoni attivi di 4 esperienze di EC, tutte entusiasmanti, ognuna diversa dall’altra. Quelle di Attilio ed Elena, i miei bimbi, e quelle di Libero e Dante, i miei nipotini. Cercherò di riassumere in breve i motivi che ci hanno portati a fare questa scelta, i tempi e le modalità con cui abbiamo attuato la pratica, i vantaggi che ne sono scaturiti e i presupposti indispensabili affinché la EC esplichi il potenziale positivo di cui si fa portatrice.
MOTIVI PER PRATICARE LA EC
- garantire una migliore igiene del bambino, da cui benessere e confortevolezza maggiori
- ridurre l’impatto ambientale dell’uso dei pannolini
- instaurare un rapporto di reciproca complicità col bambino sin da neonato, stabilendo una comunicazione molto intima e profonda basata sugli sguardi e sul linguaggio corporeo
- accogliere le richieste del bambino mettendosi al suo livello, scendendo dal piedistallo del nostro essere adulti per andare incontro ai suoi bisogni, sempre e comunque
- aiutare il bambino a far maturare nei giusti tempi le sue potenzialità innate in fatto di consapevolezza riguardo l’eliminazione cacca e pipì
QUANDO E PER QUANTO TEMPO PRATICARE LA EC?
- il periodo migliore per iniziare la pratica va dalla nascita ai 4-6 mesi, ma si può cominciare anche più tardi
- la pratica dell’EC a tempo pieno permette al bambino di riconoscere prima gli stimoli del suo corpo e di comunicare sempre meglio i suoi bisogni
- la EC può comunque essere praticata part-time, compatibilmente con le esigenze lavorative e organizzative della famiglia
- in questo caso è importante trasmettere al bambino una certa continuità nella pratica: orari (per esempio la mattina appena svegli e la sera prima di coricarsi; dopo i pasti principali) e giorni (per esempio il sabato e la domenica o i giorni in cui si è più liberi e disponibili)
COME PRATICARE LA EC?
- si può scegliere di far crescere il bambino senza pannolino o di appoggiarsi ai pannolini, magari quando si esce o di notte (basta toglierli al segnale). In questo caso consiglio vivamente i pannolini lavabili che, oltre ad essere ecologici, non inibiscono la naturale percezione del bagnato da parte del bambino
- per aiutare il bambino a consapevolizzare meglio il suo bisogno e stimolarlo in situazioni per lui poco confortevoli, si può accompagnare ogni pipì e ogni cacca con un suono o un verso riconoscibili
- quando il bambino è piccolo e non sta ancora seduto da solo basta sollevarlo con le gambe aperte, tenendolo dietro le cosce o sotto la pianta dei piedi (posizione a ranocchia), facendogli appoggiare la testa sul nostro petto. Questa posizione può essere assunta sopra il wc, sul lavandino (i bambini adorano guardarsi allo specchio mentre la fanno!!), dietro un cespuglio, sopra un qualunque recipiente utile a raccogliere la profumata produzione (ricordiamoci sempre che la posizione accovacciata è quella più naturale e spontanea per l’evacuazione)
- quando il bambino gattona o cammina, tenere a portata di mano il vasino e offrirlo al primo segnale di bisogno. Ci sono bambini che non amano il vasino (come la mia Elena) e che preferiscono sin da subito emulare i grandi di casa: in questo caso portateli tranquillamente in bagno e aiutateli a star seduti sul wc sedendovi dietro di loro o usando un riduttore
- quando si è fuori casa e non si può accedere ad un bagno pubblico si può farla all’aperto (Attilio, 3 anni e mezzo, è tutt’ora amante del farla en plein air!), ma consiglio di avere sempre in borsa o nello zaino un contenitore di plastica a chiusura ermetica per eventuali emergenze in auto/treno/negozio/concerto etc.
- alla fine di ogni “seduta” il bambino può essere gratificato con un applauso, con un complimento o semplicemente mostrandogli il risultato della sua opera, del quale sarà sempre molto orgoglioso, per incentivarlo nella pratica e trasmettergli l’idea che la minzione e l’evacuazione sono naturali atti liberatori e gioiosi che non vanno trattenuti
I VANTAGGI DELLA EC
- maggior benessere del bambino
- più rapido e consapevole raggiungimento dell’autonomia da parte del bambino
- “spannolinamento” precoce ( intorno ai 15-18 mesi), se si usano pannolini
- impatto bassissimo sull’ambiente rispetto all’uso del pannolino, soprattutto se usa e getta
- rallentamento dei ritmi familiari e ritorno al rispetto dei tempi del bambino
- nuove occasioni di coesione e ilarità in famiglia
I PRESUPPOSTI PER PRATICARE LA EC
- NON AVERE ASPETTATIVE
- non fare il conto delle pipì mancate
- non intraprendere la pratica se questa è motivo di ansia, nervosismo o frustrazione (tutti stati d’animo che trasmettiamo ai nostri bambini i quali, automaticamente, per evitarci tali disagi, smetteranno di darci segnali)
- avere l’appoggio di tutti i membri della famiglia e, possibilmente, delle persone che si occupano del bambino (anche al nido si potrebbe provare a coinvolgere le educatrici in questa pratica)
- essere spinti alla pratica della EC dai motivi elencati sopra e non per esibizionismo o motivi legati a soddisfazione dei genitori
- è il bambino che guida: noi dobbiamo ascoltarlo e seguirlo
- mai forzare i tempi del bambino, per nessuna ragione
- mai sgridare il bambino nel caso semini in giro per casa i suoi regalini profumati! J
Questo è quello che ho tratto dall’esperienza vissuta con piccoletti di casa nostra…
Ogni bambino è un universo irripetibile e comunica col suo peculiare linguaggio: non esistono segnali uguali per tutti! C’è chi si lamenta, chi fissa un punto nello spazio, chi corruga la fronte, chi mostra la lingua, chi fa strani versi, chi strilla, chi tende a nascondersi… Le mamme e i babbi sono i migliori interpreti dei messaggi dei propri figli: occorre “solo” che si liberino delle zavorre culturali di questa adultocentrica società e si mettano in ascolto con calma e fiducia. Ogni famiglia adotterà la sua propria strategia, svilupperà la sua comunicazione speciale, seguirà i suoi personalissimi tempi. Non esistono tabelle per praticare una EC perfetta e infallibile! L’unico modo che abbiamo per praticare la EC correttamente e rendere onore a questa primordiale pratica di assecondamento dei bisogni del bambino è seguire l’Istinto e mettere a disposizione dei nostri cuccioli il nostro Cuore e il nostro Tempo.
Concludo raccontandovi alcuni aneddoti sulla nostra avventura di EC con lo gnomo e la piccola guerriera.
- Attilio, nato a casa (come la sua sorellina), ha espulso il meconio nel lavandino del bagno poche ore dopo la sua nascita nella posizione della ranocchia e con la placenta ancora attaccata.
- All’età di 14 mesi entrambi i nostri bimbi dicevano già “cacca” per indicare che stavano facendo o per fare pipì o cacca.
- Quando Attilio aveva 15 mesi abbiamo traslocato e, durante la due settimane precedenti il trasferimento, in cui io e suo padre eravamo particolarmente affaccendati e stressati , ha smesso di darci segnali e ha sempre fatto tutto addosso. Dopo l’iniziale nostro scoraggiamento, abbiamo capito che si stava comportando così solo per non darci ulteriore “lavoro”, perché aveva percepito che avevamo impegni molto importanti per la nostra famiglia da svolgere. A trasferimento avvenuto, ha subito ripreso a dare segnali e dopo circa tre mesi era completamente spannolinato. La stessa cosa è accaduta con Elena durante il nostro ultimo trasloco.
- All’età di 18 mesi Attilio è stato spannolinato sia di notte che di giorno.
- Attilio ha sempre amato guardarsi allo specchio mentre faceva i suoi bisogni e ammirarli poi con estremo orgoglio. Elena ama andare in bagno in compagnia e giocare mentre produce J.
- Generalmente in casa i nostri bimbi non portano né hanno portato il pannolino: praticano felicemente il nudismo, in modo da esser liberi di gestire i loro bisogni più comodamente possibile. C’è stato un periodo in cui Attilio amava fare la cacca sotto al letto (proprio come un cagnolino!) e la pipì accanto al wc. Elena Ama particolarmente appartarsi sotto il tavolo della cucina e detesta il vasino.
- Quando Attilio era piccolissimo amava fare EC in un catino davanti al camino acceso: guardare la fiamma lo rilassava.
- Finché Elena si nutriva esclusivamente di latte materno (fino ai 7 mesi) si svegliava di notte per fare la cacca e l’ha sempre puntualmente fatta nel lavandino del bagno per poi riaddormentarsi serenamente.
Consiglio di lettura: “Senza pannolino”, di Laurie Boucke – Terra Nuova Edizioni
Per qualunque curiosità, domanda, dubbio, non esitate a contattarmi. Sarò felicissima di mettere a vostra disposizione la nostra esperienza per darvi supporto qualora decideste di intraprendere questo meraviglioso viaggio!
Daria
Che bella la vostra esperienza di EC. Io l’ho praticato con entrambe in modo non integrale. Premetto che con entrambe ho usato sempre e solo i lavabili. Con Alice ho iniziato sui 2-3 mesi dopo la lettura del libro che citi anche tu: felicemente sorpresa ho iniziato a tenerla senza panno sempre più spesso in casa, mentre fuori casa e la notte usava i lavabili. Con lei ho smesso di usarli definitivamente a 15 mesi. Con Elena ho iniziato subito, però ho avuto più difficoltà per via del carattere, nel senso che non mi dava segnali chiari come Alice… poi ha avuto dei momenti di regressione in cui non voleva saperne nè di water, nè di vasino… in ogni caso a 18 mesi sorprendendoci tutti ha abbandonato anche lei definitivamente i panni sia di giorno che di notte. Certamente anche con questa terza pancia sarà una strada che cercherò di rifare.
naturalentamente
Terza pancia???? Che meraviglia, non sapevo!!! A quando la nascita? Posso solo immaginare la contentezza delle sorelline per l’arrivo di un nuovo pulcino (o pulcina!).
Anche noi ci siamo sempre appoggiati ai lavabili, fuori casa e di notte…veramente nella stagione calda abbiamo sempre tenuto Attilio ed Elena senza pannolo e ci siamo resi conto che quando stanno senza hanno maggiore controllo. E’ come se indossando i pannolini si sentano incentivati a farsela addosso…bo?! E’ solo una mia personale impressione. Adesso Elena ha 15 mesi e conto di spannolinarla definitivamente entro la fine dell’estate, anche se andando in giro con le mutandine ci sono ancora parecchi “incidenti” :). Poco male, zaino in spalla e cambi sempre a portata di mano!
Come dici tu, anche io fra i due ho notato molta differenza: di segnali, di tempi, di preferenze rispetto al luogo. Elena è più cocciuta di Attilio (non credevo fosse possibile incontrare un bambino più cocciuto di lui, invece…!) e se sta giocando o è impegnata in una attività che la appassiona non c’è verso di portarla in bagno, nemmeno se sta dicendo “mamma, cacca!”. del vasino non vuol saperne, lo prende come uno sgabello e non lo associa affatto alla pipì o alla cacca, quindi abbiamo spesso il pavimento minato, diciamo così. A volte è faticoso, a volte estremamente divertente: ma è sempre un grande esercizio zen per noi adulti, insegnamento preziosissimo per metterci dalla parte dei nostri figli senza riserve.
Grazie per la tua testimonianza Daria, è sempre un piacere leggerti! Baci
Angela
La mia bambina ha quasi un anno e, purtroppo, solo ora sono venuta a conoscenza di questo bellissimo metodo… sono ancora in tempo per iniziare? Come fare praticamente? Grazie
Angela
Naturalentamente
Cara Angela, sei in tempo per cominciare, ma sicuramente ci vorrà un po’ di tempo prima di captare bene i messaggi della tua bimba e prima che lei magari ricominci a mandarteli belli chiari, poiché ormai sarà abituata a “farsela addosso” dato che nei primissimi mesi di vita i suoi segnali sono stati accolti solo col pannolino, 24 h.
Secondo me il modo migliore per provare è il nudismo. 🙂 Lasciala in casa senza pannolino, solo con le mutandine. Mettile a disposizione il vasino: noi ne avevamo uno in cucina e uno in salotto e quando capitava che facessero pipì in giro per casa mostravamo loro il vasino dicendo che la prossima volta avrebbero potuto farla lì in modo da non bagnarsi. Non pensare che andrà poi subito a farla nel vasino, ma per lo meno le offri un’alternativa. Inoltre tenerla nuda ti farà capire bene gli orari in cui è solita farla, in modo da poterla pian piano anticipare accompagnandola in bagno.
Un altro suggerimento è portarla in bagno o sul vasino prima di metterla a letto e subito appena sveglia al mattino, e anche prima di uscire di casa: sono tre momenti che possono diventare rituali e un buon punto di inizio per un percorso di ec.
Tuttavia occorre sempre tenere a mente che ogni bambina ed ogni bambino è a sé e non ci sono tempi e modalità validi per tutte e tutti. Conosco bambini che preferiscono fare la cacca nel pannolino e che non riescono proprio a liberarsi sul wc o sul vasino. La cosa fondamentale è che sia sempre un processo di ascolto da parte nostra, senza alcuna forzatura.
un abbraccio e buon cammino!
Moira
Ciao Valentina,
che bell’articolo!! Peccato averlo scoperto solo ora. Pensa che, senza sapere il nome di questa bella tecnica (EC), istintivamente ho tentato di applicarla da subito con la mia bambina. Era fatto tutto ad istinto facendo solo molta attenzione a non forzare mai la mano.
Sorprendentemente sembrava funzionasse, poi però il tutto è regredito … verso i 5-6 mesi della bimba e ho atteso.
Ho ritentato all’inizio di questa estate quando Ginevra aveva 16 mesi ed ero arrivata a metterle il pannolino solo quando dormiva e quando uscivamo… quando siamo andati in vacanza a fine agosto però … ancora altra regressione … tanto che se le propongo di andare a fare la pipì quando me lo dice (continua a dirmi quando le scappa) si rifiuta categoricamente.
Peccato! Soprattutto perché non vorrei involontariamente averle creato qualche stress.
Grazie comunque delle belle e utili indicazioni. Lascio passare ancora un po’ di tempo e poi riprovo … magari applicando la “tecnica del caminetto” 😉
Ciao Moira
naturalentamente
Ciao Moira!
In realtà, i momenti di sciopero ci sono sempre, e si ripropongono ciclicamente. Ma c’è anche da dire che nel tempo i bambini cambiano modalità di comunicazione per esprimere i loro bisogni e spesso noi adulti “rimaniamo indietro” pensando che siano i piccini a regredire. 🙂 A 16 mesi, comunque, la reazione di Ginevra è piuttosto normale, secondo me. Avrà mille altre cose più importanti da fer, mille scoperte da portare a termine…figurati se ha viglia di interrompere tutto ciò per andare in bagno! 😉
Tu prova sempre a tenere a sua disposizione il vasino e segui lei…
Non credo assolutamente che tu le abbia causato stress assecondando i suoi bisogni nei primi mesi di vita. Hai avuto un intuito mammifero eccellente e di quello devi fidarti!
Io consiglio sempre tanto nudismo in casa…
Un forte abbraccio