Circa tre anni fa scrissi un post in cui parlavo dell’allattamento dopo i tre anni, raccontando di come fossi stata apostrofata da un’altra mamma per continuare ad offrire il seno al mio primogenito ormai quattrenne. E’ stato il post più popolare e commentato del blog, l’unico in cui compare anche l’intervento di un uomo: l’allattamento prolungato (prolungato rispetto a cosa, poi?) o, meglio, a termine è un argomento che suscita sempre tanto scalpore ed infuoca gli animi.
Quanti consigli non richiesti, quanti commenti, quante profezie hanno dovuto udire le mie orecchie in questi 7 anni e mezzo di allattamento, gran parte dei quali trascorsi ad allattare in tandem!
Nel vedere una bambina o un bambino che cammina, parla, mangia e va in bagno autonomamente ma che cerca ancora il seno, molta gente si sente in diritto di indagare sull’equilibrio psicologico della mamma e del lattante, sbarra gli occhi in bilico fra lo stupore e l’imbarazzo.Tutti a chiedere: “Ma quanti anni ha?”, “Ma non ti sfinisce?”, “Prende proprio il latte o è solo una coccola?”, “Hai ancora latte?”, “Non sarà diventato acqua, ormai?”, “Perché non gli dai il ciuccio?”. E la lista potrebbe continuare ancora.
In questa società individualista, in cui non esiste più una rete sociale a sostegno delle famiglie e delle madri, improvvisamente tutti si sentono in diritto di impicciarsi dell’allattamento altrui con fare superbo e giudicante. Per non parlare di coloro che ti ritengono esibizionista e scostumata se hai le tette al vento in treno o al bar o alle poste per nutrire di latte ed amore i tuoi figli, quando nella migliore delle trasmissioni tv girano giovani donne ridotte a soprammobili ammiccanti per il solo italico gusto maschilista. Il pensiero fallocentrico che trasforma la donna in merce da guardoni è socialmente riconosciuto come cosa buona e giusta, una madre che allatta (magari anche in pubblico) una figlia o un figlio con dentatura già bella fornita è la sorella sfigata di Belzebù. Devo essermi persa qualche passaggio nel cammino evolutivo del genere umano!
– in foto, allattamento durante la gravidanza –
Ma veniamo al titolo del post: allattamento a termine.
Cosa significa?
Significa allattare fino a quando la o il lattante in questione ne ha bisogno, fino a quando sarà lei o lui a decidere che basta. L’allattamento a termine non ha una data di scadenza valida per tutti né uno svolgimento a tappe obbligate. Non c’è mappa che possa farci orientare. Solo l’ascolto e la fiducia reciproci fra mamma e bambin* possono suggerirci che sta arrivando il momento.
Io ho vissuto sulla mia pelle e nel profondo delle mie emozioni due esperienze opposte.
Con Attilio, la fine dell’allattamento si è avvicinata lentamente, con audaci passai avanti seguiti da inaspettate regressioni.
Subito dopo i quattro anni, in seguito ad un brusco, seppur spontaneo, cambiamento del ritmo e delle abitudini del sonno, lo gnomo samurai ha indirettamente mutato anche il suo approccio al seno. Niente più pisolino pomeridiano (per sua scelta), quindi niente più poppata del dopo pranzo. Restava l’appuntamento fisso con quella serale per l’addormentamento (in tandem con Elena), ma sparivano finalmente i risvegli notturni (con i conseguenti richiami tetta collaterali) che erano riapparsi dopo la nascita della sorella. Lui era palesemente pronto a spiccare il volo e cercava in me lo slancio per il grande salto. Io, stanca ma al tempo stesso spaventata dall’evoluzione verso un nuovo legame di complicità col mio primogenito, non ero ancora sicura di volerlo lasciare andare. Ci è voluto un bel lavoro su me stessa e sul mio inconscio di madre per capirlo! L’ultima fase dell’allattamento attiliesco è stata una molla, un continuo rimbalzare avanti e indietro, fra domande, abbracci, sguardi, torcicollo e rinnovato amore. Abbiamo avuto il supporto dei Fiori di Bach e del babbo, che ci hanno accompagnati in questo percorso di distacco tenendoci per mano ed aiutandoci a ristabilire un nuovo equilibrio.
L’allattamento a termine del mio primogenito si è concluso definitivamente dopo i sei anni, dissolvendosi sottovoce, senza una data precisa da poter ricordare.
Con Elena è stato tutto imprevedibile. Lei, l’autonomia fatta bambina. Lei, il colpo di scena sempre dietro l’angolo.
Abituata a condividere il seno col fratello sin dalla nascita (ha goduto di un allattamento in esclusiva solo per alcuni mesi della mia terza gravidanza, quando lo gnomo samurai aveva ormai smesso di ciucciare), da sempre ci ha dato l’impressione che sarebbe giunta al distacco con più facilità e molto prima di Attilio. Già a due anni saltava le poppate diurne della colazione e del pomeriggio e accettava di buon grado le distrazioni che le proponevo per distoglierla dal seno quando non mi sentivo a mio agio o ero troppo stanca. Cosa mai accaduta con Attilio, sempre molto abitudinario nei suoi appuntamenti col seno e poco incline a scendere a compromessi quando voleva il latte di mamma. La poppata serale, tuttavia, è sempre stata per lei un punto fermo irrinunciabile, tanto che l’addormentamento senza di me era una vera e propria utopia. Solo in rari casi ha accettato di dormire dalla nonna, verso i tre anni. Ma su questo fronte si è verificata una grossa regressione dopo la nascita di Stella: con l’arrivo della sorellina anche quegli sporadici addormentamenti senza la tetta sono spariti e la nostra piccola guerriera selvaggia ha iniziato a rifiutare categoricamente ogni tentativo di coccola serale, anche da parte del babbo, pretendendo solo ed esclusivamente il seno. La sua era una palese richiesta di conferme e di attenzioni che ho accolto a cuore spalancato e con tutta la comprensione della quale sono capace. Non nego che ci siano stati momenti difficili da gestire sul fronte emotivo e che il tandem vissuto qualche anno prima fosse stato più semplice da gestire, soprattutto fisicamente. Ma ho sempre sentito forte l’istinto di continuare a seguire le esigenze delle bimbe, perché il loro benessere era il mio, forte anche (e di nuovo) del sostegno del loro babbo.
Prima di Natale, però, qualcosa è cambiato. Un sera Elena ha chiesto di dormire dai nonni, per provare ad addormentarsi senza “la poppa”, come la chiama lei. L’esperimento è riuscito alla grande e lei si è sentita molto orgogliosa…così orgogliosa da prendere un’importantissima decisione in piena autonomia, appena un paio di settimane dopo. “Mamma, quando compio 5 anni non prenderò più la poppa!”
E così è stato: dal 5 gennaio scorso la nostra piccola guerriera selvaggia non ha più chiesto il seno.
L’allattamento a termine della mia secondogenita si è concluso definitivamente il 4 gennaio, su consapevole e ferma decisione della diretta interessata.
-in foto, Elena il giorno del nostro matrimonio-
Due esperienze diversissime fra loro ma in egual modo totalizzanti per il mio sentire di mamma. Mi porto nel cuore la soddisfazione di aver dato retta solo e soltanto al mio essere mammifera e di aver concesso fiducia ai tempi fisiologici dei bambini.
Sono infinitamente grata a questi due percorsi di allattamento per avermi insegnato la pazienza, l’ascolto, l’accoglienza; per aver riequilibrato la bilancia delle mie priorità; per avermi ricordato che fermarsi per scambiarsi amore e complicità valga sempre la pena; per aver rafforzato in me la convinzione che lentezza sia sinonimo di bellezza.
Non ci sono stati distacchi bruschi, nessuna lacrima, nessun rimorso né l’ombra di un rimpianto. Tutto è avvenuto in un tacito accordo fra mamma e bambino/bambina, senza aspettative, senza pretese. Sì, forse con qualche occhiaia di troppo e qualche ora di sonno in meno, ma sicuramente con una tale abbondanza di benefico contatto e di comunione emozionale da esserne grata vita natural durante.
L’allattamento dopo l’anno di età e oltre i tre anni non è un vizio.
L’allattamento a termine non è un’utopia. E’ vita vera. Vita possibile.
Om Shanti, anime belle.
FrancescaV
Grazie di aver condiviso questo bellissimo percorso di mamma con noi. Anche io e mio figlio di quattro anni siamo sul cammino del distacco definitivo dalla tetta, in un percorso tutto nostro che ci rappresenta in pieno.
naturalentamente
Ciao Francesca! Sono felice che tu abbia voluto lasciare qui la tua testimonianza. buon cammino e buona evoluzione a te e al tuo bambino.
A presto!
Daria
Grazie delle tue parole Valentina, è un sentire che condivido pienamente… Qui pochi mesi fa si è concluso anche l’allattamento di Lorenzo (con mio grande stupore poco dopo l’inizio della scuola dell’infanzia)… Felice e soddisfatta di questi 9 anni e mezzo di allattamento fra un bimbo e l’altro!
naturalentamente
Oh, che traguardo importante!
Un abbraccio forte a tutti voi, cara Daria.
Alice
Bellissimo leggere di queste due esperienze così diverse tra loro. Io con la mia bimba siamo andate avanti fino ai quattro anni circa, anche per lei non c’è una data precisa (quattro anni e qualche mese) ma un distacco molto molto graduale e sereno per entrambe. Sono felice che la nostra meravigliosa esperienza di allattamento sia finito senza forzature ma in grande serenità!
naturalentamente
Grazie infinite per aver condiviso qui la tua esperienza. Sarà sicuramente utile ad altre mamme!
Un abbraccio
Dida
Che belle esperienze! Anche io, come sai, rientro nel club delle mamme allattone! Soli (6 anni)non si è ancora del tutto staccata e sento che ha bisogno di molta vicinanza mia in questo nuovo mondo scolastico (la primaria). Futy invece (2 anni) e ancora nel pieno dell’allattamento, ma è anche molto affamata di conoscere il mondo esterno. Le assecondo con amore e fiducia, ma alcune volte è faticoso… Ricordo molto bene il tanto discusso post… Vuoi ridere? Allora ti racconto: qua a Mantova, durante la settimana dell’allattamento, hanno allestito nella biblioteca comunale una mostra fotografica che ritraeva bimbi al seno, in tutta la loro tenera innocenza. Scatti d’autore, semplici, reali e puri. Alcune scuole hanno organizzato dei laboratori (ad altro tema) proprio in quei giorni e hanno usufruito di quelle sale che erano momentaneamente allestite. Prima che arrivassero i bimbi le maestre sono passate a censurare i quadri, attaccando fogli con lo scotch…. Alcuni sono stati anche danneggiati perchè il nastro adesivo ha rovinato la fotografia. E’ una situazione molto difficile da commentare vero? Io ho impiegato molto prima di trovare le parole per esprimere il mio sgomento.
naturalentamente
E’ agghiacciante…non mi viene altro termine.
Tu e le tue bimbe, invece, siete luce! Continuate a splendere e a spargere semi di amore.
Un forte abbraccio
Monica
Davvero interessante e pieno di informazioni utili questo post 🙂
naturalentamente
Grazie! Sono contenta che ti sia stato utile.
Roberta
Arrivo sempre tardi… ma è sempre estremamente piacevole leggerti , arriva sempre energia positiva e tutte le volte che leggo storie sulla tua Elena, ritrovo Anita nata solo una settimana dopo…stessa forza, stessa carica indipendente, stessa maturità, non ti nascondo che a volte proprio questa sua maturità mi spaventa un pochino
Un forte abbraccio
naturalentamente
Ciao Roberta!
Anche io mi trovo spesso spiazzata dalla determinazione e dalla maturità di Elena… Ha una capacità di valutazione e di scelta molto definita ed è così perspicace! Saranno qualità che a lungo andare renderanno le nostre bimbe delle ragazze e poi delle donne indipendenti e sicure di loro stesse. <3
Un abbraccio
Giulia
Ciao Valentina,sono capitata su questo articolo per caso…spero di poterti fare alcune domande.
Innanzitutto,tu stai ancora allattando? Certamente meriti i complimenti per il tuo percorso perchè dimostra il bene enorme che vuoi ai tuoi figli.Io sto allattando in tandem mio figlio di 3 anni e mia figlia di 1 anno,e volevo sapere se anche a te il tandem ha creato una sovraproduzione di latte…io da qualche mese a questa parte ne ho davvero tantissimo (in passato l’ho anche donato) e non capisco se sia dovuto al fatto che ora allatto 2 figli…certamente è una cosa bella però mi ha reso necessario l’utilizzo del tiralatte per svuotarmi il seno,cosa che invece prima facevo pochissime volte.Inoltre ho dovuto ricominciare a mettere le coppette assorbilatte che da un pò avevo smesso di usare… tu ne hai mai avuto bisogno?
Anche se questo mi crea qualche difficoltà io sono felicissima perchè so di star facendo il bene dei miei figli e intendo andare avanti.
Anche tu nel corso del tuo allattamento hai avuto molto latte o sei stata più stabile nella produzione? scusa la serie di domande a raffica ma sono davvero curiosa e quindi ti faccio le ultime 2 : tu hai mai usato il tiralatte? hai mai avuto la voglia/possibilità di donare il latte?
ti ringrazio infinitamente per la pazienza visto le tante cose che ti ho chiesto,spero di avere tua risposta e di potermi confrontare con te
Buona serata, Giulia
Naturalentamente
Cara Giulia, ciao e benvenuta!
Non devi assolutamente scusarti per le domandi, anzi, è un piacere per me risponderti, dato che questo spazio nasce per un desiderio di condivisione e di supporto/ispirazione ad altre mamme/persone. Il dialogo, seppur virtuale, che si insatura qui può sicuramente essere di aiuto ad altre che cercano informazioni o magari anche solo incoraggiamento sul tema.
Risponderò per ordine alle tue domande. 🙂
Sì, io allatto ancora, anche se sporadicamente. stella non chiede quasi più il seno, ma ci sono certi giorni che vuole proprio i conforto della tetta e del latte, magari dopo un pianto o se è nervosa a causa della stanchezza e del caldo. Devo dire la verità: sono felice che ci siano ancora questi momenti di esclusiva intimità e complicità con lei.
Io non ho mai usato il tiralatte anche se, nei miei due tandem, ho avuto episodi di sovrapproduzione di latte. Tant’è vero che ho avuto svariati ingorghi di latte, uno sfociato in un brutto ascesso, con febbre a 40 e dolori inenarrabili, ma curato senza antibiotici né farmici di altro genere, solo ricorrendo a rimedi naturali e a spremitura manuale. Ho avuto il pensiero di poter donare il latte, ma in realtà, avendo i bimbi costantemente attaccati al seno non era cosa fattibile per me. Avendo avuto due tandem consecutivi non avrei avuto nemmeno il tempo materiale di tirarmi il latte per donarlo, credo. Però penso sia una bellissima opportunità.
Per le coppette assorbilatte, usavo quelle lavabili in cotone.
Spero di aver risposto in maniera esaustiva alle tue domande, ma se hai altro da chiedere o qualche bella condivisione da lasciare qui sul blog non esitare a scrivere ancora.
Un abbraccio
Valentina
Giulia
Ciao Vale, scusami tanto se rispondo con un mega ritardo, ma ci sono state di mezzo le ferie e mi sono scordata della nostra conversazione. Ti prometto che stavolta risponderò subito ahahahahah!!
Allora,intanto grazie mille delle tante risposte che mi hai dato,in particolare una mi è stata molto utile…quella riguardo la spremitura manuale. Pensa che era una cosa che non avevo mai del tutto preso in considerazione forse perchè davo per scontato ci fosse solo il tiralatte come strumento per svuotare il seno. A questo proposito,volevo chiederti tu quando facevi la spremitura manuale dove la facevi fisicamente? in una tazza o magari nel lavandino come fa una mia amica? il latte poi lo conservavi o lo buttavi?
pensa che questa mia amica mi ha suggerito addirittura di pensare a mio figlio mentre mi spremo il seno perchè dice che a lei favorisce la calata del latte!! chissà se c’è una spiegazione scientifica per questo…a me per esempio (anche se non è proprio la stessa cosa) capita qualche volta di iniziare a perdere latte se sento il pianto dei miei figli.
Anche a te capitava?
Naturalentamente
Ciao!
La spremitura la facevo spesso in doccia sotto l’acqua calda, quindi in quel caso andava perduto. però mi è capitato di farla anche in una tazza e di dare il latte al fratellone più grande che poi se l’è bevuto. 🙂
La spiegazione scientifica sul consiglio che ti ha dato la tua amica c’è, eccome!! La produzione del latte aumenta con la produzione dell’ossitocina, ormone dell’amore, che avviene, appunto quando una mamma è accanto al suo cucciolo, lo coccola, lo culla pelle a pelle, lo bacia, lo abbraccia. La mia ostetrica mi consigliava di effettuare la spremitura guardando delle foto dei miei bimbi o comunque pensando intensamente a momenti di tenerezza con loro. Inoltre dovresti trovarti in un luogo intimo, accogliente, sicuro per te, comodo, con le gambe magari leggermente alzate (i piedi appoggiati su uno sgabellino), la schiena appoggiata e rilassata, il conforto/supporto di cuscini. Se tutto questo non è possibile, perché magari si è in viaggio o a lavoro, almeno trovare un luogo appartato ed avere con sé un oggetto o un indumento del bimbo, magari col suo odore.
Un abbraccio
Giulia
Furbo il fratellone! si sarà goduto la merenda più buona di sempre!
Comunque cercherò di seguire al meglio i consigli che mi hai dato per la spremitura.
Un ultima cosa: ho un ricordo riguardo l’ossitocina che non sono sicura sia corretto (spero di non dire una sciocchezza),me ne aveva parlato la mia ostetrica qualche tempo fa ad un corso sull’allattamento,ovvero: sbaglio o è anche l’ormone che può provocare l’uscita del latte in corrispondenza dell’orgasmo della donna, cosa che magari può creare qualche imbarazzo in intimità col proprio partner?
mi ricordo che a quel corso ce ne parlò anche una mamma che raccontò che per lei la cosa era automatica e che quindi nell’intimità indossava sempre e comunque il reggiseno.
Naturalentamente
No che non sbagli! A me è successo di avere fuoriuscita di late durante il rapporto sessuale, ma non ha causato alcun problema né a me né al mio partner. anzi, l’abbiamo trovata entrambi una meravigliosa manifestazione di piacere e benessere del corpo. 🙂
Silvana
Vorrei con questo mio commento semplicemente esprimere un immenso ringraziamento all’autrice di questo articolo. È pieno di informazioni utili e inoltre è capace di trasmettere tutto l’amore che evidentemente la mamma che l’ha scritto prova per le sue splendide creature ❤️. Io ho concluso serenamente l’allattamento con mio figlio circa una settimana fa, a 3 anni e 2 mesi.
Anche grazie a “sostegni” emotivi come questo blog ho avuto la forza di andare avanti in un mondo che spesso sa soltanto deridere chi fa scelte controcorrente…
Quindi grazie e un grandissimo abbraccio a te e a tutta la tua famiglia!
Silvana
Naturalentamente
Carissima, Silvana, mi lasci senza parole e con il cuore colmo di gioia.
Ricambio con gratitudine il tuo abbraccio.
Buon cammino, anima bella!
Valentina