Spiegare la Shoah ai bambini, parlare con loro della tragedia dell’Olocausto in termini dolci ma che sappiano tradurre la verità dolorosa senza creare tabù, non è cosa semplice.
Per fortuna abbiamo la possibilità di far ricorso a libri ed albi illustrati, sempre validi strumenti di supporto in questa impresa .
Attualmente in casa nostra i bimbi hanno 9 e mezzo, 7 e 4 anni, quindi il discorso andrebbe affrontato con approccio e linguaggio diversi per ognuno di loro, anche considerando le loro peculiari sensibilità.
Ho scelto i tre libri che seguono proprio in virtù di queste differenze di età e personalità, ma le nostre letture ad alta voce sono spesso “di gruppo”, quindi sia Attilio che Elena che Stella hanno assistito alla lettura di tutti e tre i testi, pur entrando più in sintonia con quello che ho scelto e pensato per ognuno di loro.
“Anne Frank”, di Maria Sànchez Vegara, illustrazioni di Sveta Dorosheva (Fabbri Editori)
La storia di Anna Frank raccontata ai più piccoli attraverso un testo semplice dal linguaggio delicato che però non tralascia termini come odio, paura, nazisti, campo di concentramento, pianto.
Le meravigliose illustrazioni in bianco e nero riportano immediatamente indietro nel tempo e consegnano ai lettori e alle lettrici il valore salvifico del sogno (e della scrittura) attraverso le tinte calde del diario di Anna, unico elemento illustrato a colori.
L’ho scelto per Stella perché le immagini costituiscono una forte componente narrativa e perché la storia inizia proprio quando la protagonista ha 4 anni, quindi ho immaginato che l’identificazione di Stella in Anna potesse essere spontanea , stimolandone comprensione e sentimento empatico.
“La stella che non brilla, la Shoah narrata ai bambini”, di Guia Risari, illustrazioni di Gioia Marchegiani (ed. Gribaudo)
Un racconto in prima persona accompagnato da illustrazioni fortemente evocative, con protagonista una bambina venuta a contatto con i ricordi dolorosi della famiglia: il bisnonno è sopravvissuto al campo di concentramento. Sarà il nonno (figlio della vittima) a narrare alla nipote tutta la verità storica, tragica ed umana dell’Olocausto, fra abbracci, lacrime e dolore, ma con un finale carico di speranza, che restituisce alla bambina lettrice o al bambino lettore la gioia di vivere per un mondo migliore, in cui la memoria dovrà sempre essere accesa, come un faro ad indicare la strada.
L’ho scelto per Attilio perché pronto ad accogliere narrazioni più complesse, anche emotivamente, e per l’appendice di approfondimento storico ed artistico che ero certa avrebbe catturato la sua curiosità.
“Auschwitz”, di Francesco Guccini, illustrazioni di Serena Viola (ed. Lapis)
Chi di noi non conosce la canzone del bambino nel vento? Sicuramente uno dei brani più celebri, poetici e commoventi di Guccini, che i nostri bimbi hanno ascoltato spesso interpretato dallo stesso cantautore e anche dai Nomadi. In questo libro (super novità, uscito qualche giorno fa) la musica di Guccini prende forma nelle suggestioni oniriche e nei colori delle illustrazioni che accompagnano le parole in un meraviglioso viaggio nella memoria. Nient’altro da aggiungere: io ho pianto, leggendolo.
L’ho scelto per Elena (7 anni), perché da grande vuole fare la pittrice e apprezza sempre tanto gli albi particolarmente artistici ed ero si cura il connubio pittura-musica l’avrebbe appassionata, come poi è stato.
La memoria dello sterminio di sei milioni di ebrei non va certo limitata solo al 27 gennaio ed i tre libri restano ovviamente a disposizione dei bimbi tutto l’anno, ma in questo periodo siamo noi genitori a metterli più in vista e ad invitare alla loro lettura.
Anche guardare insieme “La vita è bella” è stato un buon modo per affrontare il tema della Shoah con i bambini, quella giusta dose di allegria e spensieratezza che lascia però spazio a riflessioni serie su una tragedia di tali enormi proporzioni.
Aspettiamo che Stella cresca ancora un po’ per poterli portare a visitare i luoghi simbolo dell’Olocausto, affinché siano sempre più consapevoli che quella che a noi sembra una storia lontana è in realtà parte della Storia di ognun* di noi, ancora così vicina, ancora così presente, per sempre così reale.
Affinché nutrano la memoria.
Affinché tutto ciò rimanga solo ed eternamente nel passato.
Per un futuro migliore.
Dida
Brava Vale! Come sempre arrivi al cuore con la puntualità della storia! Mia figlia doveva imparare a memoria una poesia per oggi che riguardava appunto la Shoa e non sapeva neppure cosa stava ripetendo. Così le ho spiegato brevemente il contenuto e le ho fatto ascoltare proprio Auschwitz di Guccini (mio idolo e ispiratore) su youtube, accompagnato da immagini molto forti e toccanti. Anche io mi commuovo sempre ad ascoltarla la frase che dice “…io chiedo come l’uomo uccidere un suo fratello..” e segue “…ancora tuona il cannone e ancora non è contenta di sangue la bestia umana…” mi distruggono. Oggi andrò in biblioteca a cercare i libri che hai consigliato. Grazie come sempre
Naturalentamente
Grazie a te per dedicare sempre un tuo pensiero ed un po’ del tuo tempo a me.
Non ci conosciamo, ma dopo tutti questi anni è come se ti vedessi, ogni volta che ti leggo.
Un abbraccio