(scritto per il contest di scrittura creativa “Sogno d’inverno”, Natale 2013, del gruppo fb libri che passione).
D’inverno sogno sempre che venga giù un gran bel po’ di neve, che seppellisca la fretta e le smanie d’arrivismo di tutti quanti. Sogno che il silenzio regni sovrano per risvegliare le coscienze e suggerire nuovi ordini di priorità.
Un tempo sognavo sogni ribelli per forza, poi sono passata a sogni ribelli sconclusionati e ora sembra esser la fase dei sani sogni ribelli per scelta. Ho scelto di sognare sogni che posso infilarmi come guanti per toccare tutto ciò che mi circonda. Sogni consistenti.
Sogni che crescono e che brillano di luce propria. Come le stelle. Sogni come stelle, che però non cadono né si spengono, ma crescono e si realizzano in grossi lampi di luce.Luce di consapevolezza.
Sogno di rimanere consapevole sempre e comunque. Nonostante la verità venga insabbiata dalle vetrine, dagli slogan, dai cosìssifà.
Sogno di continuare il mio cammino, mai in fila indiana, sempre in ordine sparso. L’ordine sparso e fresco dei germogli nel barattolo. L’ordine sparso e colorato dei giocattoli sul pavimento.
Sogno di giocare ancora e ancora…e ancora un po’. Gioco coi sogni: li cucio, li annodo, li travesto, ne faccio bambole di pezza che porto a spasso a piedi, senza prender la macchina, ‘che tanto l’asilo è a due chilometri e possiamo camminare per andar a recuperare lo gnomo!
Gnomi che sognano che se il sole cade speriamo che non cada sull’orto di nonno sennò si bruciano tutti i gobbi (cardi, in dialetto marchigiano. nda). E, sempre a proposito di gobbi, gnomi che sognano una sorellina che si chiami Esmeralda.
Io, di Esmeralda, sogno la zingara andatura e i lunghi folti capelli corvini. E ogni tanto sogno anche i corvi d’Irlanda, sogno lo zaino in spalla, sogno lunghi viaggi ma anche no, perché anche i viaggi corti vanno bene, perché c’è sempre saggezza tra i ciottoli , pure sulla strada breve.
Sogni di brevi passi fatti con calma. Calma e lentezza. che “quando hai fretta cammina lentamente”. Lenta-mente…mente-lenta-non-mente, sogno. E mi sa che è proprio così. Sogno le bugie di Pinocchio risanate dalla fata. “Stellina fatata d’argento ammantata che brilli nel ciel. Fa’ in modo, fatina, che il sogno si avver…”.
Sogno legno, pietra, sughero, stoffa, foglie, spago. Sogno nodi da marinaio, onde d’oceano, ali d’albatro.
Sogno grossi stormi in migrazione, sogno molti arrivederci, sogno passaggi, trasformazioni, trasferimenti. Sogno il meglio come-quando-dove-perché per l’undicesimo trasloco.
Sogno e rido. 11, il mio numero. Numero che segna (e sogna) rinascita, continuazione. Ciclo di esistenze, sogno io.
Sogno sotto le elitre di una coccinella, fra le vibrisse di un gatto, tra le tenaglie di uno scorpione. Sogno che “non si può mangiare ciò che ha un volto”. Mi vòlto, e sogno. Mi rivolto e sogno più forte.
Sogno la rivoluzione. Provo a farne una. Verde, senza crudeltà, con la povertà contro la povertà. Povero mondo, povera Terra, terra povera, povera Madre.
Madre sono e madre sogno d’esser. Madre che ha dato alla luce, madre che offre tempo e seno e sogni e tempo e mani e sogni. Sogni di pane. Sogni e briciole sulla barba che sogno di baciare un giorno in più e anche una sera. Sogni traballanti e sinceri come la fiamma di una candela. Sogni di cera calda, che scottano.
Sogno calore, colore, candore, canditi e sogni storditi. Sogno borracce. Sogno facce. Sogno-e-faccio. Faccia all’insù e sogno di più.